Home Cosvig Arpat, ecco come cambia il clima in Italia

Arpat, ecco come cambia il clima in Italia

472
0
CONDIVIDI
L’Agenzia Regionale analizza il rapporto Ispra “Gli indicatori del clima in Italia”, aggiornato all’undicesima edizione

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana (Arpat) analizza l’XI rapporto diffuso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) in merito a “Gli indicatori del clima in Italia”. Il rapporto, realizzato dall’Ispra in collaborazione e con i dati degli organismi titolari delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale, illustra l’andamento del clima nel corso del 2015 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.

Dal punto di vista delle temperature, il 2015 è stato caratterizzato da un nuovo record della temperatura media annuale: un’anomalia media annuale pari a +1.58°C, il valore più elevato dell’intera serie storica (a partire dunque dal 1961). A livello geografico, l’anomalia della temperatura media annuale è stata in media di +2.07°C al Nord, +1.70°C al Centro e +1.28°C al Sud e sulle Isole.

Il 2015, evidenziano dall’Agenzia, prosegue la tendenza già in atto da 20 anni a questa parte in merito alla temperatura superficiale dei mari, con un’anomalia media ormai sempre positiva da due decenni: in particolare, l’ultimo anno ha segnato un record anche in quest’ambito, con un’anomalia media di +1.28°C (ancora una volta la più alta dal 1961, seguita dalle annualità 2014 e 2012).

Per quanto riguarda infine le precipitazioni, queste sono state mediamente inferiori alla norma quasi ovunque, ad eccezione della Sicilia; lungo lo Stivale i periodi di siccità nel 2015 si sono manifestati in particolare negli ultimi mesi dell’anno, avviando un periodo caratterizzato da gravi condizioni di deficit idrico soprattutto al Nord. Ciò non significa che siano mancati fenomeni di precipitazione molto intensa e spesso concentrata in poche ore, che si sono verificati in diverse regioni italiane – Toscana compresa – confermando la tendenza all’aumento della frequenza e dell’intensità di eventi estremi.