Secondo la Nasa, luglio 2016 è stato il mese più caldo mai registrato, un record che segue il giugno, maggio, aprile, marzo, febbraio e gennaio più caldi da quando si registrano le temperature a livello mondiale (1880). A luglio, in alcune aree dell’Artico e dell’Antartide la media mensile è stata superata di 7,7° centigradi e non c’è quindi da stupirsi che siano stati battuti anche i record di scioglimento delle calotte polari e dei ghiacci marini artici.
È stato così caldo che Gavin Schmidt, direttore del Goddard institute of space studies della Nasa, ha twittato: «Luglio 2016 è stato in assoluto il mese più caldo da quando sono cominciate le registrazioni strumentali». E ha allegato il grafico che pubblichiamo di fianco. La Nasa ha calcolato che luglio 2016 è stato di 0.84° C più caldo rispetto alla media globale 1950-1980 e Schmidt ha detto che è stato circa 0,18 gradi Fahrenheit più caldo rispetto ai precedenti record registrati nel luglio 2011 e nel luglio 2015.
Su Climate Progress Joe Romm si chiede: «Perché il mondo è molto più caldo nel mese di luglio, quando è estate nell’emisfero settentrionale, rispetto a – per esempio – gennaio, ovvero quando è in corso l’estate nell’emisfero meridionale?». Dalla Nasa, Schmidt risponde a questa domanda: «È perché ci sono più terre emerse nell’emisfero Nord, quindi le temperature in estate ci riscaldano di più».
Così che cosa sta causando tutto questo record di caldo planetario? Gli scienziati ribadiscono che le cause sono soprattutto di origine antropica e dovute alla combustione di combustibili fossili, con l’aggiunta dell’ormai passato El Niño che provoca un riscaldamento naturale temporaneo di una parte dell’Oceano Pacifico, oltre a cambiamenti nella meteorologia in tutto il mondo. Ma per Romm «sarebbe più chiaro e più preciso dire: "Gli scienziati hanno concluso che il cambiamento climatico è principalmente causato dalla combustione di combustibili fossili…"».
Dal momento che sono alte le probabilità di un imminente arrivo de La Niña, che raffredda momentaneamente parte dell’Oceano Pacifico, non possiamo sapere se le temperature continueranno a mantenersi sopra la media anche nei prossimi mesi, ma Schmidt è convinto che purtroppo ci sia «ancora il 99% di probabilità di un nuovo record annuale nel 2016», dopo quelli già registrati nel 2014 e nel 2015.
Se il 2016 battesse nuovamente il record dell’anno più caldo, ci troveremmo di fronte a tre anni record di fila e Romm conclude: «Sarebbe un segnale minaccioso che il tanto atteso step-jump delle temperature globali alla fine è arrivato».