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Al Teatro del Sale il Festival di Radicondoli fa…trent’anni!

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Nella splendida cornice del Teatro del Sale di Firenze, una conferenza stampa per celebrare il volume sui trent’anni del Festival di Radicondoli. E annunciare l’edizione di quest’anno.

Fonte: GeotermiaNews.it

Autore: Redazione

Ogni istante si dissolve in un soffio trasformandosi immediatamente in passato,

la realtà è effimera e transitoria, pura nostalgia.

Isabel Allende, Ritratto in seppia, 2001

 

Nel mondo moderno la velocità ha reso la capacità di “durare nel tempo” appannaggio di pochi. Veicolare informazioni da un capo all’altro del globo richiede il tempo di un battito di ciglia, e le mode, le ideologie, le religioni, i governi, passano e scompaiono con sempre maggior velocità e frequenza, lasciando dietro di sé -salvo rare eccezioni- solo un’eco passeggera.

Festeggiare trent’anni risulta allora per il Festival di Radicondoli un traguardo importante, perché manifesta una capacità -e una voglia- di durare, di più, di per-durare nel tempo, rinnovandosi e crescendo.

Ricorre quest’anno, infatti, il trentesimo anniversario di quella prima edizione, targata 1986, quando Gianna Nannini cantava “Bello e impossibile” e i Duran Duran “Notorious”, quando Internet era solo una chimera e l’inventore di Facebook, Mark Zuckerberg, si destreggiava -anzichè tra “Like” e “Unlike”- tra pappette e pannolini alla tenera età di 2 anni.

Una vita fa, insomma. Eppure, nonostante tutto, il Festival di Radicondoli è ancora lì, e sembra godere (facciamo gli scongiuri) di ottima salute.

Una manifestazione cresciuta sana, insieme e grazie ai cittadini di questo piccolo Comune della provincia di Siena di soli 954 abitanti.

E per festeggiare il trentesimo compleanno di questo Festival, anziché una “torta” è stato scritto un libro: “Radicondoli Festival 1986-2016. Un Festival lungo 30 anni, l’abitudine dell’emozione”. Un libro che parla di Radicondoli, dei radicondolesi e dei loro ospiti -più o meno occasionali- e di come hanno vissuto la compagnia delle tante “Estati Radicondolesi”.

Un volume presentato in una conferenza stampa tenutasi Mercoledì 13 Luglio scorso presso il Teatro del Sale di Firenze, moderno e antico tempio della Gastronomia e dell’Arte, perché si sa, in Toscana anche il cibo è arte.

Ad introdurre Massimo Luconi, direttore artistico del Festival.

“Parlare del Festival di Radicondoli non è così semplice come potrebbe sembrare” ha detto. “Prendete il volume che stiamo presentando, ad esempio: non è una storia, o un dipinto a tinte pastello, quanto un vero e proprio mosaico, all’interno del quale si intrecciano le esperienze e i punti di vista di ‘penne importanti’ come quelle di Dacia Maraini e Massimo Severi, per citarne due, ma anche di amministratori presenti e passati, e di gente comune. Ognuno con ricordi prossimi o remoti, vividi e vivaci oppure sfumati, di questo festival. Questo perché il festival rappresenta Radicondoli, inteso come comunità. Una comunità che costruisce passo passo il festival durante l’anno”.

Anche il sindaco Emiliano Bravi ha voluto ricordare gli inizi del Festival. “Ricordo che quando ero bambino, vedendo le locandine dell’Estate Radicondolese -allora si chiamava semplicemente così-, mi sembrava di sentire l’odore, il sapore dell’estate. È emozionante pensare che siano passati trent’anni da allora. Trent’anni che non devono essere un punto di arrivo, ma di partenza, anzi di ri-partenza. Viviamo un momento contingente molto difficile in cui la cultura è la prima a subire i tagli di bilancio da parte delle amministrazioni. Eppure, la cultura, la bellezza, l’arte, sono ciò che ci definisce maggiormente, sono la nostra storia. Non è possibile progredire senza ricordare e tenere ben presente da dove proveniamo. Il nostro festival è cresciuto, intorno e grazie alla comunità di Radicondoli che lo ha reso suo”.

Concetto ribadito anche dalla rappresentante di RadicondoliArte, Giovanna Hipting, che ha voluto spendere alcune parole per ringraziare tutta l’organizzazione dietro al Festival.

“In questi trent’anni il festival ha conosciuto diverse amministrazioni, ognuna delle quali ha dato la propria impronta, lasciato un segno, facendo sì che potesse crescere, si sviluppasse, si arricchisse. Non posso non ricordare, tra gli altri, Ivo Dei, che per primo credette nella bontà dell’iniziativa e, da sindaco, dette il proprio appoggio. Così come Nico Garrone, che dette una decisa impronta, tanto che alla sua memoria è dedicato uno dei premi di questa manifestazione. Questo festival è qualcosa di magico, qualcosa che unisce intimamente una comunità di meno di 1.000 anime che riesce a raggiungere risultati sorprendenti. Dovrei ringraziare tutti i volontari e tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno reso possibile con il proprio tempo, la propria dedizione e passione, che si potesse festeggiare questo importante traguardo”.

“Certo” ha ripreso il sindaco Bravi “non siamo stati soli. Oltre a Radicondoli Arte, al Comune e ai cittadini c’è un altro membro della squadra che dobbiamo citare: il CoSviG-Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche. Facciamo parte, come Comune, del Consorzio sin dalla sua fondazione, e abbiamo sempre trovato una sponda accogliente in CoSviG. Del resto, da sempre, per citare le parole dell’Amministratore Unico del Consorzio, Piero Ceccarelli, lo sviluppo è anche cultura, e la cultura, insieme al turismo è per la Toscana e per noi, ricchezza ed opportunità. Insieme, siamo una squadra che funziona”.

C’è da stupirsi se il primo brindisi sia stato dedicato “Alla cultura, all’Arte e alla Bellezza”?

 


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