29/09/2010. “Puliamo il mondo” a Sinalunga: anche il CITT è intervenuto

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    Una mattinata di lavoro sui temi della pianificazione energetica e sulla diffusione delle energie rinnovabili con varie considerazioni sulla filiera delle biomasse.

    Fonte: Interna

    Autore: CITT

    Nell’ambito delle manifestazioni previste dall’iniziativa “Puliamo il Mondo”, l’iniziativa ecologista di Legambiente organizzata a livello locale dal Comune di Sinalunga in collaborazione con il circolo Legambiente “La Foenna”, è stato organizzato proprio dal Comune di Sinalunga un seminario di approfondimento dal titolo “Energie Rinnovabili”. Al seminario hanno partecipato, oltre all’assessore all’Ambiente del comune di Sinalunga, Riccardo Agnoletti, Massimo Montini, presidente dell’associazione esperti in legislazione ambientale, Eros Bacci, docente di Ecotossicità all’Università di Siena, Loredana Torsello, responsabile del Centro Internazionale per il Trasferimento dell’Innovazione Tecnologica sulle Energie Rinnovabili e Graziano Cucciolini, responsabile della direzione tecnico commerciale di “Gestione Energetica Srl” una nuova impresa attiva nel settore della progettazione ed installazione di sistemi fotovoltaici.

    Loredana Torsello, responsabile del CITT di Monterotondo Marittimo, ha fornito alcuni spunti di riflessione su quali sono le principali criticità della realizzazione della filiera energetica delle biomasse in Toscana.

    Si è partiti dall’analisi delle principali tecnologie disponibili sul mercato, nell’ambito della combustione tradizionale, della cogenerazione e della trigenerazione.

    Un qualunque sfruttamento di successo delle biomasse ha tuttavia bisogno di un requisito essenziale, vale a dire poter organizzare una filiera delle biomasse, un’insieme strutturato delle attività di produzione, trasformazione, trasporto e utilizzazione della biomassa a fini energetici. Tale filiera è la condizione per garantire una fornitura stabile di tipo locali attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti. Il successo e la diffusione sul territorio di una filiera agro-energetica deve necessariamente sottostare a valutazioni di carattere economico-produttivo e a criteri di sostenibilità energetica ed ambientale. Naturalmente, occorre valutare attentamente il carico ambientale della filiera stessa lungo tutto il ciclo di vita. La tecnologia può rappresentare un alleato da questo punto di vista fornendo sempre migliori soluzioni anche sotto il profilo della sicurezza e della compatibilità ambientale.

    Non potendo trascurare che l’uso delle biomasse può comportare, se mal gestito, anche rischi per la salute delle collettività e per l’ambiente nel suo complesso, occorre che si realizzino tutte le attività atte a garantire un efficace e continuativo monitoraggio lungo tutta la vita degli impianti. In questo, occorre riconoscere un ruolo strategico alla governance locale nel definire i propri criteri di sostenibilità e nel garantire il loro rispetto. Ciò non è un compito facile da demandare ai nostri amministratori. Tuttavia, è possibile che i territori si organizzino e si dotino degli idonei strumenti, anche al di la dei propri confini amministrativi, allo scopo di potenziare strumenti, efficacia e capacità di scelta.

    È possibile pensare che un territorio possa riconoscersi in un insieme di caratteri comuni e a questo livello cercare di offrire delle “regole” di gestione comune per la governance energetica? Quali sono i criteri e le strategie? La logica del “Distretto” può essere una risposta se accomuna intenti, metodologie e progettualità.

    Nei territorio del Distretto delle Energie Rinnovabili in Toscana questa strada si sta sperimentando ed è questo il modello che si propone anche ad altre realtà locali.