Home Cosvig Amiata: Nuovi attacchi alle greggi

Amiata: Nuovi attacchi alle greggi

346
0
CONDIVIDI
A Roccalbegna, Cellena e all’Abbandonato. «Denunciate le razzie»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

In un solo giorno si sono verificati tre attacchi alle greggi dei pastori amiatini: a Roccalbegna, a Cellena e all’Abbandonato: «E questi sono quelli che si sanno – commenta Giacomo Franceschelli di Arcidosso, che ha subito anche quest’ultima predazione – Tanti pastori non denunciano per non affrontare le spese dello smaltimento e le pastoie burocratiche. O perché hanno paura: non si sa di cosa, ma preferiscono non esporsi. Invece – dice – invito tutti a farsi avanti, anche perchè, se tanti non denunciano, i numeri delle perdite delle pecore non saranno mai reali». Franceschelli (che in un anno ha perso circa 300 capi) ha perso tre pecore, lo scorso venerdì. Di pomeriggio, a Capanne, un predatore è entrato dentro il gregge di cento pecore e ha fatto la solita strage. «C’erano anche quattro cani – dice Franceschelli – ma non hanno potuto fare nulla. In un altro gruppo di cinquanta pecore ho addirittura cinque cani, ma non sono in grado di fronteggiare i grandi predatori. La montagna – spiega – non è come la Maremma; qui il pascolo è cespugliato, c’è il bosco e i nascondigli sono vicini al gregge. Chi impone disposizioni, purtroppo lo fa a tavolino; non conosce il territorio, dove le fantomatiche reti non servono o servono a poco. Ci stanno imponendo obblighi incredibili e inutili. L’unica cosa utile è togliere di qui i predatori, altrimenti saremo costretti ad abbandonare i pascoli con danno irreparabile per l’ambiente». L’altra aggressione al gregge è avvenuta a Cellena di Semproniano dove Adolfo Bellini ha perso il 27 maggio una pecora, dopo che, il 19 maggio, aveva denunciato la morte per predatori di un’altra pecora e di un agnello. È successo a cinquanta metri da casa e in pieno giorno, e lui ci racconta come è andata. «L’animale – dice –non l’ho visto perchè adesso c’è l’erba alta. La maniera in cui è stata uccisa la pecora, smembrata di mammella e spalla, fa pensare – valuta Bellini – a un predatore che ha i cuccioli, a cui voleva portare qualche pezzo di carne». «Ho un piccolo gregge – dice Bellini – produco carne di ottima qualità ma il nostro Stato pare non si accorga di queste eccellenze, tanto che ormai si comprano gli agnelli in Romania. Ci faranno smettere tutti come i tanti che lo hanno già fatto. Noi che abbiamo greggi da generazioni a Cellena siamo rimasti in due. E facciamo da ristorante per i lupi». E come accade ad ogni cronaca di predazione, la speranza è che gli appelli degli allevatori non rimangano ancora a lungo inascoltati.