Quando si parla di solare a concentrazione è facile immaginarsi giganteschi campi di eliostati o specchi parabolici che ricoprono ettari ed ettari di terra. Va in direzione completamente opposta, invece, l’approccio scelto dal progetto STS-Med.
Nato con l’obiettivo di diffondere tecnologie innovative e sensibilizzare le comunità locali sulle potenzialità del solare termodinamico, STS-Med ha progettato e realizzato quattro piccoli impianti in Italia, Egitto, Cipro e Giordania. Si tratta di sistemi “multi generativi”, ovvero in grado integrare diverse opzioni produttive per fornire non solo elettricità ma anche condizionamento, acqua calda e acqua potabile.
Finanziato con 5 milioni di euro dal Programma europeo di cooperazione internazionale ENPI CBC MED2, il progetto ha proprio in questi giorni sollevato il velo sui primi prototipi, impianti solari di piccola taglia per una potenza complessiva di 500 kW termici.
Poiché la qualità dell’energia termica raccolta è un punto cruciale per il funzionamento efficace dell’intero sistema, per gli impianti dimostrati sono state adottate tutte le soluzioni tecnologiche oggi possibili dai collettori solari parabolici a quelli lineari (questi ultimi sono stati, in alcuni casi, sofisticati con l’ibridazionefotovoltaica). Il vero cuore della multi generazione è tuttavia il modulo di stoccaggio dell’energia. Per la prima volta la tecnologia a sali fusi è stata ridimensionata per essere adatta ad impianti di piccola taglia, offrendo un dispositivo di energy storage molto compatto, poco costoso e flessibile.
Installati presso scuole e campus universitari, i prototipi garantiranno una fornitura energetica indipendentemente dall’effettiva radiazione solare e anche di notte. Ma non solo. “Questo progetto offre nuove opportunità di business alle imprese e contribuisce alla creazione di distretti locali e di filiere produttive con posti di lavoro qualificati – spiega Alberto Giaconia, ricercatore dell’ENEA, uno dei 14 partner coinvolti nell’iniziativa. Una volta raggiunta la piena operatività, gli impianti verranno gestiti in modo autonomo; puntiamo a formare 1.000 professionisti del settore energetico e a portare 200 tra gestori e manager di strutture pubbliche a visitare questi impianti, che diventeranno veri e propri laboratori didattici”. E accanto alla fornitura di energia, la tecnologia STS-Med permetterà alle comunità locali di avere accesso all’acqua potabile grazie ai processi di dissalazione, altamente energivori.