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La geotermia e gli usi secondi: le esperienze dei territori

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Nel composito quadro di contributi, molti dei quali anche di testimonianza dai territori della due giorni amiatina legata alla Carta sulla buona geotermia del 29 e 30 gennaio scorso ad Abbadia San Salvatore, organizzato dalla Associazione Giga, Ecofuturo e Comune di Abbadia, di grande importanza le esperienze consolidate degli usi secondi della geotermia.

Fonte: L’Ippocampo Blog

Autore: Sauro Secci

Un panorama vasto di testimonianze che è partito da un tema importante come il teleriscaldamento, che ha permesso di portare la geotermia nelle abitazioni di molti comuni della storica area geotermica di Larderello, attraverso la realizzazione di reti di distribuzione del calore, nate intorno agli impianti geotermici in esercizio. Una tematica di grande interesse anche diretto per le famiglie delle comunità geotermiche, che non si è ancora materializzata adeguatamente nell’area amiatina e che è stata approfondita da Dario Bonciani di Cosvig, che ha parlato della bella esperienza portata avanti nell’ambito del progetto europeo GeoDH (link sito), dedicato specificamente alla realizzazione di tali installazioni. Una soluzione, quella del teleriscaldamento geotermico, effettuato in centri con topologia raccolta e non troppo dispersa che vede esperienze oramai ampiamente consolidate, come quella storica di Larderello, in esercizio addirittura dagli anni ’50, insieme a quelle più recenti e di grande successo, come quelle di Pomarance, di Castelnuovo Val di Cecina e di altri piccoli comuni delle Colline Metallifere. Un approccio molto interessante che sgrava il cittadino utente finale, anche di tutti quegli oneri ed adempimenti solitamente legati alla gestione di impianti di riscaldamento convenzionali, con economie di esercizio davvero di grande interesse. Le testimonianza dai territori geotermici sono poi proseguito con Enea Cosentino, responsabile produzione e qualità della Cooperativa Sociale Parvus Flos e presidente di CCER, la Comunità del Cibo ad Energie Rinnovabili fondata dal Cosvig  e che vede il fattivo sostegno di Slow Food Toscana. Un universo composito di eccellenze alimentari, quelle espresso attarverso la geotermia dalla CCER, che vanno dalla coltivazione dalle coltivazioni ortofrutticole, ai caseifici, ai salumifici per arrivare anche ad un birrificio geotermico dal nome molto evocativo come “Vapori di Birra” di Sasso Pisano. A conclusione delle testimonianza dal territorio di attività legate alla geotermia, significativo il contributo del Consorzio Turistico Volterra e Val di Cecina, che con i due rappresentanti intervenuti, ha presentato un modello di accoglienza turistico culturale, nel quale la componente geotermica recita un ruolo di grande legante, in un’area incentrata in un caposaldo fondamentale della civiltà etrusca come Volterra.

A seguire le interviste e i contributi degli intervenuti sugli specifici temi.


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