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Geotermia, dall’ARPAT il bilancio in merito alla fase di avvio della centrale Bagnore 4

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La fase di avviamento si è conclusa alla metà del mese di giugno 2015 e, alla stessa data, è iniziata, di conseguenza, la fase a regime. L’ ARPAT ha ritenuto importante monitorare questa delicata fase: ecco i risultati

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’entrata in esercizio della centrale amiatina Bagnore 4 ha contribuito certamente al nuovo record storico di produzione geotermoelettrica registrato da Enel Green Power nel 2015: 5.820 GWh, corrispondenti, circa, al consumo medio annuo di oltre 2 milioni di famiglie. Tutto questo senza contare l’uso della frazione calore della geotermia che fornisce calore utile a riscaldare circa 9.700 utenti residenziali, soddisfacendo, inoltre, le esigenze di numerose aziende dei territori geotermici che contribuiscono a sostenere un’importante filiera agricola, gastronomica e turistica.

Con quali impatti ambientali? La risposta arriva dall’ARPAT, che ha recentemente diffuso i dati relativi alla delicata fase di avvio della centrale, ottenuti dall’Agenzia sia attraverso periodici controlli, prima in cantiere, poi in centrale, sia verificando le concentrazioni in aria di idrogeno solforato (H2S): Enel Green Power ha dichiarato “conclusa” la fase di avviamento alla metà del mese di giugno 2015 e, alla stessa data è iniziata –precisano dall’ ARPAT– la fase di produzione “a regime”.

L’avviamento dei due gruppi della centrale, oltre al gruppo produttivo di Bagnore 3 –sottolineano da ARPAT– è stato accompagnato dai test dei sistemi di interconnessione previsti nelle prescrizioni relative alle autorizzazioni rilasciate e alla messa in funzione degli impianti di Abbattimento del Mercurio e dell’Idrogeno Solforato (AMIS) e dell’impianto di abbattimento dell’ammoniaca.

Per quanto riguarda invece il controllo della qualità dell’aria, è stato svolto impiegando entrambi i mezzi mobili a disposizione del settore geotermia posizionandoli, uno in località Bagnoli e l’altro in località Le Aiuole, nel Comune di Arcidosso, a integrazione della rete Enel Green Power presente “in situ” con quattro centraline fisse (Arcidosso, Bagnore, Santa Fiora, Merigar). I dati delle centraline mobili ARPAT, comunicano dall’Agenzia, hanno «consentito la validazione dei dati Enel Green Power». Nel complesso le sei stazioni di rilevamento risultavano ubicate attorno alla centrale, in un’area di circa 12 km², riuscendo così a rilevare fenomeni emissivi a bassa quota al variare delle diverse condizioni di vento.

«I dati sono stati elaborati settimanalmente a partire dal 16 settembre 2014 fino al 31 dicembre 2015, pubblicando 66 bollettini», e i valori rilevati si sono sempre mantenuti «molto lontani dal limite di cautela sanitaria riportato nella linea guida dell’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità (150 µg/m³ come media delle 24 h)».

Anche negli episodi di picco che sono stati registrati è stata misurata «una concentrazione di H2S superiore ai 7 µg/m³, assunta generalmente come soglia di disturbo olfattivo». I valori più elevati sono stati registrati nel primissimo periodo dell’avviamento (avvenuto a settembre 2014), il 30/11/14 e l’1/12/2014: in questi casi «il massimo giornaliero della media mobile calcolata su 24 ore ha raggiunto, presso la stazione di Arcidosso, il valore di picco di 24,3 µg/m³ (58,3 µg/m³ come valore orario)», dunque circa sei volte minore rispetto al limite di cautela indicato dall’ OMS Oms.

«Tenuto presente quanto sopra detto, ovvero che le concentrazioni rilevate, negli ultimi mesi del 2015, si sono dimostrate di entità contenuta e sostanzialmente stabili, si ritiene ragionevole -concludono dall’ ARPAT– interrompere la pubblicazione del bollettino settimanale in quanto conclusa la fase, potenzialmente critica, di avviamento. L’analisi e la validazione dei dati tuttavia continuerà regolarmente, come richiesto dalla Regione Toscana, con l’usuale redazione di un report di riepilogo a frequenza quadrimestrale».