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Installato fotovoltaico in Italia: in calo del 32%

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Nei primi 11 mesi del 2015 si sono installati poco meno di 270 MW fotovoltaici. A trainare sono le piccole taglie, sulle quali però pendono diverse minacce normative. In ripresa l’eolico e l’idroelettrico. I nuovi dati Gaudì del 2015 rielaborati da Anie Rinnovabili.

Fonte: qualenergia.it

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Per il fotovoltaico il 2015 è andato addirittura peggio dell’anno precedente, anche se negli ultimi mesi c’è stata un’accelerazione delle installazioni che dà qualche speranza.

L’eolico invece nell’anno da poco concluso ha avuto una crescita addirittura a tre cifre, spinto dalle piccole taglie, anche se il confronto è con un periodo, il 2014, tra i peggiori per questa tecnologia. Anche per l’idroelettrico c’è stato un aumento delle installazioni nei primi 11 mesi del 2015, pari al 12%, quasi totalmente ascrivibile agli impianti più piccoli.

È questa la sintesi dei dati Terna-Gaudì elaborati e diffusi da Anie Rinnovabili, che trovate in un dossier allegato in basso.

Il fotovoltaico

Tra gennaio e novembre 2015 la potenza degli impianti FV entrati in esercizio è diminuita del 32% rispetto a quella dello stesso periodo del 2014 con un totale di poco inferiore 270 MW installati in 11 mesi. Possiamo quindi stimare per l’intero anno una potenza installata non superiore ai 300 MW.

Come si vede dal grafico, nella seconda parte del periodo considerato le installazioni mensili sono aumentate rispetto ai primi 5 mesi dell’anno (con la comprensibile eccezione di agosto), un andamento che potrebbe far pensare ad una leggera ripresa.

In riferimento alle taglie (grafico sotto), si conferma che il maggior contributo è venuto da piccoli impianti, con potenza di picco sotto ai 20 kW, tipiche del residenziale e per le PMI, che rappresentano il 64% del totale installato del 2015.

“La spinta allo sviluppo delle piccole taglie – fa notare ANIE – è sostenuta da alcuni meccanismi previsti dalla normativa (detrazioni fiscali del 50%) e dalle regolamentazione vigenti, tra cui quello dei titoli di efficienza energetica (TEE), che il MiSE ha proposto di eliminare nel documento di consultazione sulle nuove linee guida dei certificati bianchi, e quello dell’autoconsumo che di recente sempre lo stesso ministero ha dichiarato di voler revisionare (si veda QualEnergia.it, Autoconsumo, il MiSE minaccia le rinnovabili forzando le norme europee?, ndr)”. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto le regioni in cui si è installato di più.

L’eolico

Il settore eolico risulta quello più in salute, con 339 MW di potenza entrati in esercizio tra gennaio e novembre 2015, in crescita del 338% rispetto a quella del medesimo periodo dell’anno precedente.

Gli impianti di taglia con potenza fino a 200 kW sono circa 650, cioè l’86% del totale in termini di numerosità, a cui corrisponde il 10% della potenza entrata in esercizio.

C’è stato un picco delle installazioni a giugno, dovuto essenzialmente a scadenze normative, e un boom delle installazioni in Basilicata – oltre 243 MW sui 339 nazionali – legato ad un cambiamento delle regole regionali che, di fatto, ha sbloccato la realizzazione di parchi eolici nella regione

L’idroelettrico

Nel mese di novembre 2015 si è registrata un’inversione di tendenza del settore idroelettrico che, grazie agli impianti entrati in esercizio, ha raggiunto una potenza superiore del 12% rispetto a quella del medesimo periodo dell’anno scorso.

Gli impianti di taglia con potenza fino a 3.000 kW risultano 205, il 96% del totale, a cui corrisponde il 72% della potenza entrata in esercizio.

Il commento di ANIE

“In questi ultimi anni – fa notare Emilio Cremona, presidente di ANIE Rinnovabili – si è registrato un cambio di direzione sulle politiche governative delle energie da fonte rinnovabile. Nel resto dell’Europa gli Stati Membri bandiscono aste per impianti fotovoltaici di media/grande taglia con una logica di transizione dei meccanismi di supporto previsti dall’Europa, mentre in Italia all’esplosione delle fonti rinnovabili è seguito un improvviso blocco che ha generato repentini e forti disinvestimenti.”

Come detto, c’è preoccupazione per il rischio normativo che continua ad aleggiare sul FV. L’eliminazione dei Certificati Bianchi e la minaccia (ancora molto vaga, come spiegheremo a breve su queste pagine) di ridurre o eliminare l’esenzione dagli oneri dell’energia autoconsumata, per Cremona “metterebbero in crisi il business model di molti soggetti investitori dopo che solo a fine 2013 l’Autorità per l’Energia aveva definito il quadro regolatorio dell’autoconsumo.”

Per quanto concerne le altre fonti rinnovabili (eolico, geotermico, idroelettrico, biomasse, solare termodinamico), ANIE Rinnovabili “è rimasta spiazzata dall’ultima Legge di Stabilità, in quanto la norma privilegia solo la tecnologia delle biomasse a scapito di tutte le altre e impatterà sullo sviluppo di tali fonti. Infatti, non è ancora ben chiaro se la previsione inciderà sul contatore del GSE oppure se le risorse economiche ad esso destinate saranno aggiuntive a quelle messe a disposizione del tetto di 5,8 miliardi di euro all’anno”.

Il dossier Anie Rinnovabili con i dati (pdf)