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Usa, gli occupati del fotovoltaico superano quelli dell’oil & gas

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August 19, 2010-NREL workers install PV panels on the roof of the RSF at NREL in Golden, CO. ( Photo by Dennis Schroeder)
I lavoratori del solare negli States nel 2015, per il terzo anno di fila, sono cresciuti del 20%, superando quelli attivi nel settore dell’estrazione di petrolio e gas. Intanto uno studio del DoE mostra i benefici degli State Renewable Portfolio Standard americani su emissioni, occupazione e prezzi dell’energia.

Fonte: qualenergia.it

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Dagli Stati Uniti arrivano due notizie, contenute in altrettanti report, che dimostrano come le rinnovabili facciano bene al Paese. La prima è che gli occupati del 2015 nel settore fotovoltaico, per il terzo anno di fila, sono cresciuti del 20%, superando il numero di chi lavora nell’oil & gas.

La seconda notizia è che, secondo uno studio del DoE, la politica delle quote obbligatorie di rinnovabili, in un solo anno (il 2013), ha prodotto un risparmio di oltre 2 miliardi di dollari per la CO2 evitata, altri 5 miliardi per riduzione degli inquinanti atmosferici, ha consentito di creare finora oltre 200mila occupati nell’energia pulita e ha fatto scendere i prezzi sia dell’elettricità che del gas.

Lo studio sull’occupazione nel solare

Il primo studio è il National Solar Job Census 2015 (allegato in baso) della Solar Foundation, una ong che promuove il solare. Mostra come a fine 2015 negli States gli occupati nel FV sono arrivati a 209mila.

Gli addetti nel FV statunitense sono, dunque, più di quelli che operano nell’industria dell’oil&gas: nell’estrazione di petrolio e gas naturale, infatti, a fine dicembre erano occupati 187.200 statunitensi, circa 13.800 in meno rispetto ad un anno prima.

Per fonire un altro termine di paragone, solo per l’installazione il FV ha il 77% di posti di lavoro in più rispetto a quelli dell’estrazione del carbone, che ha circa 68mila occupati.

La crescita continuerà nel 2016

A registrare un’ulteriore crescita negli Usa nel 2015, come si vede dal grafico sopra, sarà soprattutto la parte legata all’installazione del fotovoltaico che è passata dai circa 44mila occupati del 2010 ai circa 120mila del 2015.

Come si vede dal grafico sotto, il FV statunitense sta vivendo una crescita importante. Per il 2016 ci si aspetta che gli Usa diventino il secondo mercato mondiale dopo la Cina, con 13 GW di nuova potenza installata in un solo anno (previsione Mercom Capital).

Secondo Solar Foundation i posti di lavoro nel FV Usa aumenteranno di altre 30mila unità nel 2016, arrivando a circa 239.600 a fine anno.

Lo studio sugli impatti degli State Renewable Portfolio Standard

L’altro studio, firmato U.S. Department of Energy’s National Renewable Energy Laboratory (NREL) e Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab), come detto valuta gli effetti dell’obbligo di rinnovabili nel mix elettrico dei vari Stati americani degli State Renewable Portfolio Standard (RPS – vedi allegato in basso). Gli impatti della misura per l’anno 2013 sono riassunti nell’infografica qui sotto:

Come si vede i RPS hanno fatto risparmiare vari miliardi di dollari (7,4 in totale) sia per le emissioni di CO2 evitate che per il miglioramento della qualità dell’aria. La misura ha portato anche un beneficio in termini di riduzione del fabbisogno idrico, ha poi contribuito a dare ricadute economiche per 20 miliardi di dollari in termini di occupazione e ha fatto calare sia i prezzi dell’elettricità che quelli del gas, facendo concorrenza, a costo marginale zero, sul mercato elettrico.