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Autoconsumo, il MiSE minaccia le rinnovabili forzando le norme europee?

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Il Ministero annuncia la riduzione, se non l’eliminazione, dell’esenzione dal pagamento degli oneri di sistema per l’energia autoconsumata. La motiva rifacendosi alle linee guida europee sugli aiuti di Stato che interpreta in maniera piuttosto forzata. Stesso approccio anche per i SDC.

Fonte: qualenergia.it

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In Italia non sembra esserci pace per chi vuole prodursi da solo l’elettricità con le fonti rinnovabili. La normativa sui SEU, i Sistemi Efficienti di Utenza, è stata delineata solo da poco ed ecco che dal MiSE arriva un’altra minaccia di stravolgimento. Si annunciano modifiche che ridurrebbero, se non eliminerebbero, l’esenzione dal pagamento degli oneri di sistema per la quota di energia autoconsumata.

A motivarle, secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, le nuove linee guida europee sugli aiuti di Stato, per le quali gli oneri di sistema devono essere pagati in maniera uguale da tutti i consumatori. Una interpretazione che sembra piuttosto forzata, se non scorretta, dato che sull’energia prelevata dalla rete già ora chi autoproduce paga come gli altri consumatori e visto anche che la normativa attuale sui SEU tiene già conto delle linee guida europee sugli aiuti di Stato.

I SEU e gli oneri sull’autoconsumo

L’annuncio, dato ieri pomeriggio dal MiSE nel rispondere a un’interrogazione parlamentare, è preoccupante soprattutto per il fotovoltaico, che al momento, ha nei SEU l’unica possibilità di sopravvivere. I SEU sono configurazioni di sistemi alimentati da impianti a rinnovabili o di cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 20 MWe, gestiti da un solo produttore, anche diverso dal cliente finale, direttamente connessi tramite un collegamento privato ad un’unità di consumo e realizzati sul posto. Si va dall’impianto fotovoltaico sul tetto di casa a sistemi più grandi in cui ad esempio un operatore vende energia ad un’azienda producendola direttamente sul posto con cogeneratori o FV.

I SEU sono vantaggiosi perché gli oneri di sistema si pagano quasi unicamente sull’energia prelevata dalla rete.

L’annuncio del MiSE

Questo assetto però, si legge nella risposta del Ministero, “è probabilmente destinato a cambiare”. “Infatti – si continua – le linee guida comunitarie in materia di aiuti di Stato (…) portano a concludere che, in via generale, gli oneri diversi da quelli destinati all’incentivazione delle fonti rinnovabili (dunque, ciò che è diverso dalla attuale componente A3, per la sola quota riferita al sostegno alle rinnovabili) debbano essere pagati interamente da tutti i consumatori”. “Sui soli oneri per l’incentivazione delle fonti rinnovabili – si prosegue – sono possibili, secondo queste Linee guida, significative riduzioni, ma esclusivamente per le imprese dei settori manifatturieri ad alta intensità elettrica ed esposte alla concorrenza internazionale”.

Insomma, il MiSE prospetta un futuro in cui l’esenzione al pagamento degli oneri sarà limitata alla componente per gli incentivi alle rinnovabili e varrà solo per certe aziende energivore.

"Un’intepretazione scorretta"

Un’interpretazione delle linee guide sbagliata, secondo l’avvocato Emilio Sani, tra i principali esperti in Italia della normativa sull’autoconsumo. “I consumatori di un SEU – spiega Sani – pagano in termini di oneri di sistema sull’energia prelevata dalla rete gli stessi importi che paga qualsiasi altro soggetto. La normativa sui sistemi efficienti di utenza non causa alcuna discriminazione fra consumatori o uno specifico aiuto a un consumatore piuttosto che a un altro. Semplicemente, per tutti i consumatori, vi è una aliquota diversa per l’energia prelevata dalle reti elettriche e per l’energia che è auto-consumata e non transita attraverso le reti.”

L’esenzione dagli oneri dell’energia autoconsumata, secondo il legale, è legittima ed espressamente ammessa dalle Best Practices della Unione Europea sull’autoconsumo elettrico del 15 luglio 2015. Qui si legge che (traduzione nostra, qui l’originale) “l’energia rinnovabile autoconsumata è spesso esonerata dal pagamento di costi di rete e oneri di sistema … questo può essere comprensibile, perché tale elettricità rimane nella disponibilità del consumatore senza impegnare la rete pubblica”.

Del resto – fa notare Sani – la normative in materia di SEU (11 agosto 2014 n. 116) “è stata approvata successivamente alle linee guida in materia di aiuti di Stato, citate dal ministero. Quindi esse sono state già adeguatamente tenute in conto.”

La questione dei Sistemi di Distribuzione Chiusi

L’interrogazione a cui ha risposto il MiSE affrontando la questione SEU in realtà riguardava i Sistemi di Distribuzione Chiusi o SDC. Le nuove regole dell’Aeegsi (delibera 539/2015/R/eel) impediscono questa configurazione, in cui un solo impianto energetico serve più utenti all’interno di una rete privata, senza esenzione dagli oneri. La risposta del MiSE si allinea in sostanza alla visione del regolatore. Per Sani, però, anche le ragioni addotte dal Ministero per giustificare il fatto che vengono impediti i SDC, “appaiono non corrette.”

“L’articolo 11 del D. Lgs. 28/2011 – spiega – obbliga a installare negli edifici nuovi o da ristrutturare impianti a fonti rinnovabili ‘per la copertura dei consumi’. Il Ministero, impedendo i sistemi di distribuzione chiusi, di fatto ostacola negli edifici multiutente non residenziali l’utilizzo di impianti per lo scopo per cui si obbliga a costruirli, cioè la copertura dei consumi.”

“Non è poi corretta – continua – la prospettazione ministeriale per cui l’installazione di impianti a fonte rinnovabile su edifici non si possa configurare come sistema di distribuzione chiuso. La nota interpretativa del 2010 della Commissione europea in materia evidenzia, infatti, che il sistema di distribuzione chiuso ‘captures situations where several companies jointly use a distribution system which optimises an integrated energy supply’ (‘comprende le situazioni in cui diverse aziende usano congiuntamente un sistema di distribuzione che ottimizza una fornitura di energia integrata’, ndr).”