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In un convegno a Firenze l’esperienza amiatina di Castanea

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Il presidente Fazzi: «Importante riconoscere l’ambivalenza». Frutto o bosco. Dilemma “castagno” nella sfida dei fondi

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

Economia del bosco e politiche forestali in Toscana: si parlerà anche del castagno, sostenendo che non è solo un albero da frutto ma è anche bosco, grande risorsa ambientale e turistica, oggi, a partire dalle 9,30 a Firenze, il comando regionale del corpo forestale dello Stato organizza un convegno a Villa La Favorita a Firenze per parlare dei problemi legati alle politiche forestali, a cui parteciperà anche Sandro Orlandini della giunta regionale della Toscana. Fra i vari argomenti, come le nuove sfide per una selvicoltura competitiva, l’innovazione della filiera bosco legno, le imprese agroforestali e la manutenzione del territorio, si tratterà anche della valorizzazione della castanicoltura. Relatore sarà Lorenzo Fazzi di Monticello Amiata, presidente di Castanea, rete europea del castagno. «Vado a illustrare le nostre attività svolte in questi ultimi anni – anticipa Fazzi – dalla lotta al cinipide all’esperienza dei Pif (Piani agricoli forestali), praticamente unica in Toscana. L’associazione castagna Igp di cui sono presidente è capofila regionale per un progetto di filiera sul quale sono stati disponibili 2 milioni di euro. Il Pif ha reso possibile interventi di miglioramento dei castagneti come potature, risanamento e rimonda della chioma; recupero di castagneti abbandonati. Poi il potenziamento e il miglioramento di strutture forestali aziendali come strade forestali e piste, ricoveri e strutture per lo stoccaggio e la prima trasformazione, seccatoi. Quindi recinzioni e acquisto di terreni e fabbricati». Altri interventi sono stati la certificazione forestale Pefc o Fsc e l’acquisto di attrezzatura agricola, la nascita di microimprese di commercializzazione; la ristrutturazione e l’adeguamento di locali per raccolta, stoccaggio, conservazione, condizionamento, confezionamento, commercializzazione e prima trasformazione dei prodotti secondari del bosco, l’acquisto e l’installazione di nuovi macchinari». «Nel Pif erano attivabili anche altre misure: come la realizzazione di impianti a biomasse e i servizi di consulenza alle aziende castanicole. Un buon lavoro dunque che stiamo cercando di replicare». Ma non mancano nemmeno proposte e progetti. «La Toscana, purtroppo – spiega Fazzi – per quel che riguarda la castanicoltura è debole nei trasformati. Ci sono regioni, come la Campania, che sono davanti a noi di milioni di euro. Bisogna riconquistare questi spazi». E poi la battaglia per mettere in chiaro, in Europa, la funzione dei castagni: «Il castagno è una pianta multifunzionale – spiega Fazzi – nella sua ambivalenza fra essere bosco ed essere albero da frutto. La Regione Toscana ha compreso questo, mentre l’Europa vorrebbe relegare il castagno solo ad una funzione, quella di albero da frutto. Ma non è così. Il castagno è una risorsa ambientale, la sua cura è manutenzione del territorio, attrae turisti». Il dilemma non è da poco perché a seconda della classificazione cambiano i finanziamenti. Che per il bosco sono di gran lunga più corposi. Insomma, la partita non è da poco, anche se non sarà l’unico argomento in discussione, «Parleremo di tutto il complesso castanicolo, compresa la produzione di castagne, che ci interessa e che ci preme salvaguardare, perché solo così riusciremo a valorizzare il nostro ambiente e la nostra montagna». Nell’incontro di stamattina si ragionerà anche sul ruolo istituzionale nel comparto forestale: ne parlerà Giuseppe Vadalà, comandante del corpo forestale regionale dello Stato.