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Nel Regno Unito l’IVA ridotta sulle Rinnovabili è fuorilegge

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Secondo una sentenza della Corte di Giustizia, il governo britannico si deve adeguare ai regimi in vigore nell’Unione Europea

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

E’ dello scorsa settimana l’annuncio da parte del Governo britannico di aumentare l’imposta sul valore aggiunto (IVA, VAT nella grafia anglosassone) sugli impianti e materiali (equipment and materials) per il risparmio energetico, compresi i sistemi solari domestici, dal 5% all’aliquota standard del 20%.
La decisione arriva sulla scia di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (su ricorso della stessa Commissione Europea) che stabilisce che l’attuale riduzione al 5% dell’aliquota IVA per l’installazione di questi materiali non è conforme al diritto comunitario.
HM Revenue and Customs (HMRC) ha riferito come tale necessaria modifica cercherà di mantenere il più possibile competitiva la commercializzazione di alcuni prodotti, tuttavia l’aliquota IVA ridotta non sarà più disponibile per l’energia fotovoltaica e pannelli solari termici, turbine eoliche e turbine idrauliche. La nuova misura impositiva entrerà in vigore a partire dal 1 agosto 2016.
Secondo i calcoli della Solar Trade Association (STA) il provvedimento adottato farà lievitare i costi di almeno 900 sterline (circa 1.250 euro) per l’installazione di un tipico impianto fotovoltaico domestico da 4 kW, il cui costo -attualmente- si attesta intorno alle 6.400 sterline (circa 8.870 euro).
"Ciò richiede un intervento urgente sia del governo britannico a Londra sia della Commissione Europea a Bruxelles," ha dichiarato Mike Landy dell’associazione. "Invece di accettare passivamente la sentenza UE-HMRC bisognerebbe respingere tale imposizione e trovare una soluzione per mantenere l’attuale regime fiscale", ha aggiunto.
"Ancora una volta questa sarebbe una cattiva notizia per l’efficienza energetica e per il mercato delle rinnovabili, se la proposta venisse attuata. Un aumento dei costi del 15% per l’eolico, idroelettrico, e progetti di energia solare sarebbe un altro duro colpo per il settore, con  ripercussioni anche sull’occupazione”, ha dichiarato Lauren Cook, analista politico presso la Renewable Energy Association (REA).
Di certo non sarà facile ignorare la sentenza della Corte di Giustizia Europea, a meno che il Regno Unito non voglia andare incontro a sanzioni. Del resto l’attuale imposizione tributaria a regime ridotto in vigore oltremanica si potrebbe configurare come una vera e propria “concorrenza sleale” nei confronti degli altri paesi comunitari che applicano un regime fiscale più rigoroso, tra l’altro uniformandosi alle direttive europee in vigore.