Il 4 luglio 1904 a Larderello il principe Piero Ginori Conti riuscì ad accendere cinque lampadine grazie alla trasformazione in energia elettrica della forza del vapore. Nel 1913 fu avviata la prima centrale geotermoelettrica. Negli anni ’30 vennero poi scavati i primi pozzi in grado di alimentare una produzione sensibilmente maggiore e furono costruite le prime torri di raffreddamento. Quei ‘soffioni’ che da quasi 100 anni caratterizzano il paesaggio di quella che nell’antichità era chiamata per i suoi fumi che uscivano dal sottosuolo la Valle del Diavolo.
Da allora la geotermia ha fatto molta strada, fino ad essere una dei protagonisti della conferenza dell’Onu sul clima di Parigi.
In Toscana la geotermia soddisfa più del 26,5 per cento del fabbisogno elettrico regionale, come spiega l’ingegner Massimo Montemaggi, responsabile geotermia di Enel Green Power, azienda che ha nella regione 34 centrali geotermoelettriche, 16 in provincia di Pisa, 9 in quella di Siena e altre 9 sul territorio provinciale di Grosseto.
Enel Green Power ha istallato gli Amis, impianti di Abbattimento Mercurio e Idrogeno Solforato su tutte le centrali? Quali funzioni svolgono?
"Tutte le 34 centrali geotermiche di Enel Green Power in Italia, situate tra le province di Pisa, Siena e Grosseto, sono ormai dotate di impianti Amis, studiati, realizzati e brevettati da Enel Green Power. Gli Amis sono impianti per l’abbattimento del mercurio e dell’anidride solforica, hanno un’efficienza di abbattimento molto alta, oltre il 95 per cento, e rappresentano un grande esempio di innovazione, abbinato alle migliori tecnologie, caratteristica che è propria della geotermia toscana.
L’Amis è finalizzato principalmente è ridurre l’effetto odorigeno che non nuoce alla salute e che è tipico delle manifestazioni geotermiche, migliorando la qualità della vita, benché tutte le emissioni siano assolutamente dentro i limiti previsti dalla normativa a prescindere dall’Amis. Non ci sono impatti sulla salute legati alla geotermia".
Quali sono i costi degli Amis?
"Enel ha investito negli ultimi 10 anni otre 100 milioni di euro per dotare tutte le centrali di impianti Amis; inoltre il costo di esercizio di questi impianti è complessivamente oltre 10 milioni di euro all’anno.
Il percorso di installazione degli impianti è cominciato all’inizio degli anni 2000 e si è concluso nel giugno di quest’anno quando anche l’ultimo impianto di Carboli è stato dotato di Amis".
Nel mondo la geotermia sembra ricoprire sempre di più un ruolo strategico da un punto di vista energetico ed economico, sia per i Paesi sviluppati, che per quelli emergenti ed in via di sviluppo. Quale ruolo può svolgere questo territorio dove il calore della terra è presente dalla notte dei tempi e dove è sfruttato ormai da decenni?
"Il ruolo della geotermia nei territori geotermici può continuare ad essere determinante per lo sviluppo dei territori stessi e per il superamento della crisi economica. Per far questo è però necessaria una grande concertazione fra i vari stakeholders che sono presenti nell’area: istituzioni locali, imprese ed Enel possono insieme migliorare la ricaduta economica nell’area e contrastare efficacemente la crisi, facendo ognuno la propria parte al meglio e cercando tutti insieme di rimuovere gli ostacoli che vengono posti verso lo sviluppo ulteriore di questa risorsa.
Purtroppo, invece, la geotermia viene spesso additata, senza la dovuta informazione, come un problema da soggetti che in realtà ne potrebbero trarre grande vantaggio, sia dal punto di vista ambientale che economico e sociale.
In realtà la geotermia può rappresentare un importantissimo motore per l’economia, per lo sviluppo tecnologico del territorio, per l’occupazione, per il turismo e per il benessere dei cittadini.
Noi, insieme alla Regione, ai Comuni e agli imprenditori che vogliono investire sull’innovazione, stiamo facendo la nostra parte. A questo proposito, particolarmente interessante è il primo protocollo di intesa totalmente ‘local content’ firmato da Enel Green Power con i Comuni geotermici per la promozione di iniziative finalizzate alla massimizzazione delle ricadute socio-economiche ed occupazionali a favore delle imprese dei Comuni sede di impianto geotermico. Alla firma del protocollo sono seguiti incontri operativi con i Comuni, le associazioni di categoria e le imprese che stanno facendo partire esperienze sul territorio per trasferire know how e far nascere un vero e proprio distretto geotermico che, soprattutto sulla parte specialistica elettromeccanica, possa rappresentare un punto di riferimento del settore a livello nazionale e internazionale".
Se da un lato la geotermia viene definita come una risorsa strategia ed una energia rinnovabile, dall’altro c’è anche chi solleva perplessità ed è contrario al suo sfruttamento. Cosa si può rispondere da un punto di vista tecnico?
"Anzitutto dobbiamo parlare di coltivazione geotermica e non di sfruttamento: noi, come Enel Green Power, coltiviamo la risorsa geotermica dalla fase di ricerca a quella di reiniezione dell’acqua per mantenere in equilibrio il ciclo e garantire la rinnovabilità della risorsa.
I fatti, gli studi e i dati oggettivi rilevati dai vari istituti di controllo hanno dimostrato l’assoluta infondatezza di tutte le accuse rivolte alla geotermia; nonostante questo c’è ancora chi continua ad inventarsi assurde congetture.
Qualche giorno fa è uscito sulla stampa un lungo articolo dove una persona accusava la geotermia di aver contribuito, con il fenomeno della subsidenza, a rendere pericolante il ponte sul fiume Paglia, in Amiata: sono teorie assurde anche dal punto di vista tecnico e qualsiasi persona di buon senso capisce quanto siano strampalate. E’ per questo che è importante fare una buona e veritiera informazione sulla geotermia, affinché sempre più persone possano conoscerla nel dettaglio, farsi un’idea precisa e coglierne anche le grandi opportunità.
Ci fa piacere comunque che sempre più soggetti del settore, scuole e università, istituti di ricerca nazionali e internazionali, associazioni e istituzioni apprezzino il nostro lavoro e reputino la geotermia una delle grandi risorse per contribuire alla creazione di un mondo migliore attraverso lo sviluppo energetico, la sostenibilità ambientale e l’innovazione tecnologica".
A proposito di centrali, si parla degli impianti a ciclo chiuso come un modello diverso da quelli realizzati finora. Cosa può dirci in merito?
"Gli impianti a ciclo chiuso sono applicabili in situazioni particolari, con fluidi cioè nel quali il tenore di gas è molto basso, mentre in tutti i serbatoi italiani la percentuale di gas è molto elevata.
La tipologia di impianto dipende dalle caratteristiche del serbatoio geotermico e non viceversa. Anche su questo argomento è stata fatta cattiva informazione, parlando di ‘vecchia geotermia’ contro una presunta ‘geotermia innovativa’. Niente di più falso. La geotermia di Enel rappresenta una best practice a livello mondiale e non temiamo confronti a livello tecnologico. Appare, poi, quantomeno singolare che molti di coloro che si dicono portatori di nuove tecnologie non abbiano mai realizzato nemmeno un impianto di questo tipo, né in Italia, né tanto meno all’estero".
Oltre ai progetti con gli enti locali già citati, l’azienda ha in previsione nuove assunzioni dirette nei territori geotermici?
"Dal 2010 ad oggi, abbiamo assunto oltre 150 giovani, residenti nei Comuni geotermici, contribuendo così a mantenere una presenza significativa di intelligenze e di giovani sul territorio e a contrastare il fenomeno dello spopolamento di questi paesi. Nei prossimi giorni assumeremo altri 12 giovani e parteciperemo al progetto GiovaniSì della Regione toscana, che consentirà di far svolgere un tirocinio della durata di 6 mesi ad altri 15 ragazzi, che potranno così essere avviati e addestrati al mondo del lavoro".
Quale potrà essere il ruolo della geotermia di Enel nella ricollocazione degli ex lavoratori della Smith Bits?
"Enel Green Power sta cercando di contribuire alla risoluzione della situazione attraverso un’azione che ampli le tipologie di attività che possono essere effettuate dalle imprese presenti nel territorio geotermico e che faccia nascere nuove imprese e start up su settori di attività ancora non coperti, più specialistici. In questo modo, si potrà creare nuova occupazione".