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Come ridurre l’impatto acustico degli impianti eolici

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Il progetto Windtrust cerca di rispondere a queste esigenze, e non solo.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

L’inquinamento acustico costituisce, per quanto riguarda i parchi eolici, una delle cause di bassa accettazione, sopratutto per quanto riguarda quegli impianti posti a poca distanza da centri abitati. Proprio per questo motivo molti produttori hanno, nel corso del tempo, investito nella ricerca ed elaborato soluzioni per ridurre -se non eliminare- l’inconveniente. La maggior parte di queste soluzioni ha a che fare con dettagli di tipo costruttivo: riduzione delle velocità del rotore, materiali, design delle pale, altezza e dimensione complessiva degli impianti di nuova generazione. Rimane tuttavia il grande punto di domanda relativo a soluzioni che possano trovare applicazione negli impianti già esistenti: com’è possibile intervenire in maniera relativamente economica ma altrettanto efficiente?

A questa domanda sta provando a rispondere un progetto elaborato dal consorzio internazionale Windtrust (che raggruppa molte aziende produttrici di aerogeneratori) che ha escogitato una soluzione veramente geniale e a basso costo. Nel parco eolico presso Burgos, Spagna centrale, i tecnici stanno installando un dispositivo rivoluzionario che dovrebbe ridurre il rumore delle turbine (vedi video, in inglese). Un dispositivo che, qualora dimostrasse “sul campo” la propria efficacia, avrebbe un forte impatto sul mercato dell’energia eolica, consentendo la futura collocazione di aerogeneratori in prossimità delle aree urbane, dove le normative sui decibel sono molto restrittive.

Fernando Garcia Ayerra, coordinatore tecnico di Windtrust ne spiega, a grandi linee, il dettaglio costruttivo, in un’intervista a Euronews: “Il dispositivo che abbiamo progettato è fatto con una serie di denti serrati che fanno si che il vento che impatta sul bordo d’uscita della pala si frammenti grazie a un disegno specifico riducendo così riduce il rumore globale della turbina. La prova la facciamo con questo aerogeneratore da 78 metri di altezza, con rotore dal diametro di 90 metri”. Windtrust, nelle intenzioni dei progettisti, cercherà di aiutare gli ingegneri eolici nella risoluzione di altre problematiche tipiche di questa fonte (interruzioni di vento da condizioni meteo avverse, difficoltà di stoccaggio energetico, mantenimento dell’efficienza degli impianti, etc.) attraverso -ad esempio- l’utilizzo di materiali d’avanguardia. La fibra di carbonio nelle “lame” ne aumenterà la durata, e l’aumentata leggerezza ne ridurrà al contempo la necessità di manutenzione. Un’altra sfida è quella di riuscire ad massimizzare l’efficienza dei “convertitori” -ovvero di quegli apparati chiamati a convertire l’energia meccanica dei rotori in energia elettrica- ottimizzando al contempo l’equilibrio tra produzione e durata della macchina.

Andrés Agudo Araque, esperto della Gamesa Electric, spiega come nell’ambito del progetto Windtrust si stia approntando una nuova generazione di semiconduttori capaci di ridurre il numero degli elementi attivi all’interno del convertitore e quindi i guasti. Inoltre si riduce del 70% le riparazioni, anche in ambienti ad alto inquinamento e con umidità elevata come le turbine offshore. “Includiamo un algoritmo che permette prevedere e anticipare un malfunzionamento prima che il guasto si produca“, afferma il tecnico spagnolo.