Nei giorni scorsi la Banca Mondiale, in collaborazione con le Banche per lo Sviluppo di Europa, Asia, Africa e Americhe, ha annunciato il cospicuo stanziamento dal fondo, Clean Tecnology Found a favore di progetti energetici verdi nell’arcipelago indonesiano. Al centro della strategia vi sarà soprattutto la geotermia essendo il territorio, con i suoi oltre 200 vulcani, in possesso di circa il 40 per cento del potenziale energetico geotermico del mondo, o in altro termini di circa 28 GW di capacità da sfruttare. Il governo è passato subito all’azione e dall’apertura del quarto Congresso Mondiale della Geotermica a Bali, rende noto il proprio ambizioso piano: avvicinarsi a quadruplicare l’attuale potenza nell’arco di 4 anni.
“L’obiettivo del governo di aggiungere 4.000 megawatt di capacità geotermica dagli attuali 1.189 megawatt entro il 2014 è molto impegnativo”, ha spiegato Surya Darma, direttore dell’Associazione Geotermica indonesiana.
Attualmente uno dei maggiori ostacoli è il costo, che per un impianto risulta essere circa il doppio di quello una centrale elettrica a carbone, con il rischio aggiuntivo di dover richiedere anche parecchi anni prima di essere messo in funzione. Il conveniente aspetto del pay-off è però quello su cui punta ora Giacarta, nonostante a parere degli analisti per sviluppare a pieno il potenziale di 4.000 MW occorrerebbero ben 12 miliardi di dollari (cifra ben lontana da 400 milioni stanziati finora).
In un contesto più ampio il Paese si propone di fornire energia elettrica a circa il 90% della popolazione entro la fine del decennio, grazie anche a progetti rinnovabili con l’installazione di circa 10.000 MW entro il 2014. Ricordiamo che attualmente solo il 65% degli indonesiani ha accesso all’elettricità’.