La giunta regionale toscana, prima di passare il testimone al nuovo esecutivo, ha provveduto a mettere alcune cose posto per quanto riguarda la geotermia. Nella sua ultima seduta ha infatti approvato una delibera che introduce criteri più rigidi degli attuali per ridurre gli impatti prodotti dall’attività geotermica e ha firmato il verbale di verifica, previsto dall’ accordo dell’aprile 2009,che attiva, nel corso del 2010, l’erogazione di risorse per 16,2 milioni di euro destinati ai comuni geotermici.
Due provvedimenti importanti che rispondono all’esigenza di sviluppare questa tipologia di energia rinnovabile- essenziale non solo per la regione Toscana ma anche per l’intero paese- tenendo però in conto delle istanze che derivano dal territorio. Obiettivi dell’accordo volontario del 2009 attuativo sulla geotermia (che fa seguito a sua volta all’intesa firmata a Roma nel dicembre 2007 tra Regione, Enti Locali ed Enel), che prevede che l’azienda riconosca entro il 2024– tramite la Regione – 650 milioni di euro agli enti locali interessati dall’attività geotermica.
Le risorse che verranno attivate, grazie alla firma del verbale di verifica dei giorni scorsi, serviranno a finanziare progetti specifici di produzione di energia mediante l’impiego di fonti rinnovabili con priorità per i teleriscaldamenti urbani a fluido geotermico, progetti infrastrutturali, progetti di sviluppo turistico, produttivo e commerciale, progetti di sviluppo socio-economico e culturale, nei comuni geotermici. La selezione privilegerà i progetti integrati di area, i progetti cantierabili e quelli per i quali sarà richiesta una minor intensità di aiuto. Le risorse verranno ripartite in funzione delle priorità stabilite dall’accordo sulla geotermia, tenendo conto anche dell’ entità della produzione di energia geotermica degli impianti che i rispettivi territori ospitano.
La firma dell’aprile 2009 aveva reso operativo il protocollo d’intesa generale sulla geotermia, attivando una prima tranche destinata ai 15 comuni geotermici toscani per lo stesso tipo di progetti, con le priorità sopra descritte e per un progetto di riassetto dell’area di Piancastagnaio, parte delle risorse era destinata e allo studio delle migliori tecnologie in grado di mitigare l’impatto ambientale dello sfruttamento geotermico.
Studi che torneranno utili all’azienda dato che con la delibera approvata dalla giunta, anche in assenza di una normativa nazionale di riferimento, la regione Toscana ha fissato criteri stringenti per la riduzione delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche, tra cui l’obbligo dell’ utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, e ha indicato i requisiti necessari ad ottimizzare l’esercizio degli impianti sulla base di uno specifico protocollo per la gestione e la manutenzione delle centrali.
Sulla base di quanto stabilito tutte le 31 centrali geotermiche attive nel territorio toscano dovranno essere dotate di filtri Amis (abbattitori di mercurio e idrogeno solforato) che oggi sono presenti solo in 19 impianti. Sarà obbligatoria anche l’installazione dei demister, ovvero griglie metalliche capaci di abbattere il drift, cioè le minuscole gocce di acqua geotermica che contengono acido borico.
La mancata dotazione di queste tecnologie non permetterà ad Enel di ottenere il rinnovo delle concessioni per lo sfruttamento dei pozzi geotermici e di rispettare i valori-obiettivo che la regione ha fissato per sostanze, come l’acido borico e l’ammoniaca, presenti nelle emissioni. Anche se ancora non esistono parametri nazionali di riferimento.
L’obiettivo è quello di ridurre ulteriormente le concentrazioni di sostanze inquinanti presenti nelle emissioni degli impianti geotermici.
Già l’uso dei filtri Amis ha permesso di ridurre le concentrazioni di acido solfidrico e del mecurio, rispettivamente del 38,3% e del 51,4% nel periodo 2000-2007 come rilevato dal monitoraggio effettuato da Arpat.
Con la dotazione di abbattitori Amis su tutte le centrali – come richiesto- si stima che rispetto ad oggi nel 2013 le emissioni di acido solfidrico si potranno ridurre di un ulteriore 46% e quelle di mercurio del 53,7%.
La delibera regionale prescrive anche una serie di interventi per migliorare il funzionamento delle centrali e la loro gestione. I fermo impianti (durante i quali le centrali sono ferme ma le emissioni in atmosfera continuano) dovranno essere inferiori al 5% delle ore di attività e gli Amis dovranno essere attivi per almeno il 90% del tempo di funzionamento delle centrali. Enel dovrà inoltre -entro trenta dall’entrata in vigore del provvedimento- predisporre un programma di sperimentazione delle nuove tecnologie capaci di ridurre gli impatti ambientali della geotermia, finalizzate alla loro effettiva adozione.