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Smith, sindaci preoccupati: «In trincea per il lavoro»

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Le reazioni dopo la richiesta di tredici settimane di cassa integrazione ordinaria. Buselli (Volterra): «È il risultato di scarsi investimenti e produzione ridotta»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina – Rosignano

Autore: Andreas Quirici

«Per noi, la difesa di ogni singolo posto di lavoro è come stare in trincea». Evoca venti di guerra, il sindaco di Volterra, Marco Buselli, commentando la richiesta di tredici settimane di cassa integrazione ordinaria da parte della Smith Bits di Saline di Volterra a causa del calo dei livelli produttivi. Una notizia lo stesso Buselli reputa «un fatto grave», mentre il suo collega di Pomarance, Loris Martignoni, si dice preoccupato «più per i lavoratori rimasti fuori dai programmi produttivi dell’azienda di scalpelli per perforazioni petrolifere». «Dalle analisi del mercato oli&gas – spiega Martignoni – vediamo che quella attuale è la coda della crisi del comparto. Da gennaio ci dovrebbe essere la ripresa. Quindi, ci saranno sacrifici da fare per i 78 rimasti in azienda. Ma poi le cose dovrebbero sistemarsi. Anzi, ci potrebbe essere la possibilità di aumentare anche il numero del personale. Resta comunque una situazione non bella che avremmo preferito evitare.Semmai, il problema maggiore riguarda i 114 che sono usciti dalla Smith, accettando la buonuscita e la mobilità volontaria. Per loro abbiamo chiesto un incontro alla Regione, che si dovrebbe svolgere alla metà del mese di novembre, da cui capire le intenzioni del presidente Enrico Rossi. Abbiamo bisogno d’informazioni per poter remare tutti nella stessa direzione. Solo così si riesce a dare futuro e speranza al territorio e a chi è rimasto senza lavoro». Intanto proseguono i contatti con Enel e le aziende della Valdicecina per far incontrare le professionalità di chi ha lavoratori per anni alla Smith e la necessità di manodopera. Secondo il sindaco volterrano, invece, «la notizia relativa a tredici settimane di cassa integrazione ordinaria per i dipendenti Smith rimasti nello stabilimento ci dice quanto sia fragile e debole l’architettura che esce dagli esiti della pesante ristrutturazione appena operata». I problemi, per Buselli, sono molteplici. «Zero investimenti, riduzione drastica della capacità produttiva, prospettive incerte, si accompagnano ora ad un ulteriore batosta», dice riferendosi alla recente comunicazione di cassa integrazione ordinaria richiesta dall’azienda. E poi l’appello: «Chiedo alle aziende del territorio, alle grandi realtà ma anche alla piccola e media impresa, di dare una mano, ciascuna secondo le proprie possibilità e anche rivolgendosi direttamente ai sindaci, almeno per contribuire a riassorbire parte del personale rimasto fuori dall’accordo tra sindacati e azienda. Tra primi cittadini stiamo lavorando su questo, ma serve davvero il contributo di tutti, anche per riassorbire una singola unità». Intanto, però, domani sindacati e azienda s’incontreranno all’Unione industriale pisana per valutare la situazione. Fermo restando che il via ufficiale all’impiego dell’ammortizzatore sociale è previsto per lunedì. Anche se non è detto che vengano utilizzate tutte e 13 le settimane di cassa integrazione ordinaria richieste. In ballo, invece, c’è la possibilità che l’azienda metta in pratica la chiusura completa dello stabilimento in determinati giorni del mese, in modo da abbattere i costi di gestione in maniera drastica, mentre il mercato delle perforazioni resta praticamente fermo. Il rischio è di avere lunghi periodi di chiusura completa. Anche se le prospettive sono quelle di una ripresa per il mese di gennaio.