Home Cosvig Nell’anno dell’EXPO dedicata al cibo si studiano quelli fatti con le energie...

Nell’anno dell’EXPO dedicata al cibo si studiano quelli fatti con le energie rinnovabili

378
0
CONDIVIDI
Si rinnovano i viaggi studio che contraddistinguono la collaborazione tra l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo , CoSviG e la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili. Amiata, Maremma, Val di Cecina e le Colline Metallifere le aree interessate.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Ancora una volta in questi giorni CoSviG e la Comunità del Cibo a Energie Rinnovabili ospitano, nell’ambito della pluriennale collaborazione, un viaggio studio della classe 2015-2016 del Master in “Food Culture and Communications” dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
Stavolta il viaggio didattico vede coinvolti 20 studenti provenienti da 10 diversi Paesi (Repubblica Ceca, Ecuador, Giappone, Italia, Norvegia, Taiwan, Germania, Stati Uniti, Svezia, Svizzera) nell’ambito di un vero e proprio Master che alterna lezioni in aula a laboratori e a viaggi didattici. Una esperienza unica che vuole offrire l’opportunità di conoscere realtà nuove e stimolanti.
Per quanto riguarda il viaggio didattico realizzato in collaborazione con la Comunità del Cibo ad Energia Rinnovabile e CoSviG, i ragazzi in un percorsa che si snoda dalle pendici del Monte Amiata, passando per la Maremma e fino alla Val di Cecina e le Colline Metallifere, avranno la possibilità di visitare numerose aziende e realtà produttive, potendo così vedere e gustare prodotti tipici e piatti della tradizione locale.
Una esperienza che, per Piero Ceccarelli, Amministratore Unico di CoSviG, è importante, anche e sopratutto nell’anno dell’EXPO dedicata al cibo. “Da sempre pensiamo che il cibo sia il più potente veicolo per comunicare la realtà di un territorio fatta di ambiente naturale, tradizioni, storia, competenze. Il cibo sintetizza l’identità di una comunità e ne racconta le peculiarità a coloro che per sensibilità e attenzione sanno ascoltare. Per questo ritengo che la Comunità del cibo a energie rinnovabili e le attività realizzate in collaborazione con Slow Food ci consentono di promuovere i nostri territori in un modo che oggi è diventato abituale e condiviso, ma che noi abbiamo lanciato ormai molti anni fa. Ritrovare confermate le nostre intuizioni non è solo motivo di orgoglio, ma soprattutto la conferma che questa è la strada giusta su cui continuare.”
“I nostri produttori”, continua Ceccarelli “hanno, nel corso di questi viaggi didattici, l’opportunità di far conoscere la propria azienda ai professionisti del cibo di domani, ma anche la possibilità di spiegare il motivo, la ragione del loro percorso, delle loro scelta etica e rinnovabile in termini energetici. Si valorizza in modo concreto il ruolo dell’energia e della sostenibilità nel campo agroalimentare. Ad ogni nuovo viaggio si attiva un meccanismo virtuoso di scambi di conoscenze molto proficuo per tutti, studenti e produttori. Per CoSviG è un modo per promuovere il territorio, le sue eccellenze, la mescolanza di saperi che rendono unico e prezioso questo pezzo di Toscana”.
Ma se per CoSviG si tratta di una esperienza estremamente positiva, cosa ne pensano gli studenti? Lo abbiamo chiesto ai due tutor di quest’anno Alice Furri e Zachi Brewster.
“Si tratta di un valore aggiunto molto importante” dicono. “Spesso i viaggi didattici sono incentrati solo su prodotti strettamente gastronomici legati al territorio visitato. Grazie a questa collaborazione con CoSviG possiamo assaporare, oltre al cibo, anche le tradizioni, i prodotti di eccellenza, l’accoglienza toscana e la sostenibilità ambientale. La possibilità di porre il tema della sostenibilità dei processi produttivi dal punto di vista energetico attraverso l’uso delle energie rinnovabili è un tema che per gli studenti è inedito quanto interessante”.
Una collaborazione che sembra destinata a intensificarsi e a diventare sempre più stretta, almeno a giudicare dalle ultime battute dei due tutor: “Sarebbe bello”, aggiungono “collaborare per un progetto di più ampio respiro, magari europeo, targato Università di Scienze Gastronomiche e CoSviG. Due realtà così competenti e motivate possono fare grandi cose insieme”.