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Si chiude la vertenza Smith: 78 dentro, 114 fuori

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I dettagli dell’accordo con l’azienda. Il tavolo con i colossi dell’energia a Roma forse il 29 luglio, il 2 settembre l’udienza da Papa Francesco

Fonte: Qui News Volterra.it

Autore: Alessandra Siotto

Assemblea dai toni accesi quella di ieri, 20 luglio, fra i lavoratori della Smith Bits di Saline di Volterra in cui i sindacati (Fim provinciale, Fiom provinciale e regionale) e le Rsu hanno illustrato i dettagli dell’accordo siglato con i vertici dell’azienda venerdì a Pisa per il salvataggio della fabbrica. Animi accesi, appunto, fra i dipendenti in una situazione che, nonostante lo stabilimento rimanga aperto, resta drammatica: da lunedì 114 persone si ritroveranno in cassa integrazione per un anno oppure in mobilità con una buonuscita di 38mila euro circa (al netto delle tasse) se accettata entro il 31 agosto. 

LE DATE. Il fronte dei lavoratori, dopo 3 mesi di lotta (dal 27 aprile scorso), si spacca mentre ci sono altre date in ballo. La prima quella del tanto atteso tavolo ministeriale fra Eni, Enel e Schlumberger, che controlla la Smith, che dovrebbe arrivare il 29 luglio. L’altra, stavolta certa ma sempre a Roma, il 2 settembre quando i lavoratori della Smith saranno ricevuti in udienza da Papa Bergoglio.

LE DENUNCE. Ma ad esacerbare gli animi c’è anche un’altra vicenda che riguarda gli episodi risalenti alla giornata in cui i lavoratori erano stati messi in libertà, a casa e senza stipendio per il blocco delle merci. Lo scorso 12 giugno, infatti, all’uscita dallo stabilimento, alcuni dipendenti avevano contestato il capo del personale Mauro Marchi davanti alla fabbrica di via Traversa e poi in paese a Saline di Volterra. Contestazioni per le quali è stata formalizzata querela che ora pende sulle teste di alcuni dipendenti se non verrà ritirata.

L’ACCORDO. In quanto siglato a Pisa venerdì di diverso c’è poco da quanto già annunciato. L’unica novità è la permanenza del servizio mensa, ‘strappato’ al tavolo della direzione provinciale del lavoro fra rappresentanze sindacali, Confindustria, azienda e rappresentanti della Provincia, che permette anche di salvare qualche posto di lavoro. 
Per il resto, da lunedì, lavoreranno in 78 ‘a giornata’, dalle 8 alle 17, più 20-25 che saranno coinvolti a rotazione a seconda delle necessità aziendali e secondo criteri precisi che sono ancora da discutere. Le lista definitiva ancora non c’è, dovrebbe arrivare entro questa settimana, anche se in base alle linee che chiuderanno ed a chi è stato occupato in queste settimane, un’idea di fondo dei nomi circola già fra i dipendenti.
Gli altri, 114, in cassa integrazione straordinaria per un anno (fino al 19 luglio) per cessazione di rami d’azienda. Si potrà usufruire della buonuscita (a scalare fino al 30 settembre) e andare in mobilità. Nell’accordo, relativamente alla gestione degli esuberi, si parla anche di formazione e collaborazione con le istituzioni per ricollocare il personale.
Una nota positiva che emerge dal confronto con l’azienda è che i macchinari non utilizzati saranno soggetti a manutenzioni e non verranno portati via, almeno per il momento. Laddove ci fosse l’opportunità potranno tornare in funzione da subito.

LE CRITICHE. Per i sindacati meglio di così non si poteva fare e, come ribadito più volte, di fronte alla chiusura dello stabilimento, in una vertenza dura e difficile, questo ottenuto, di non chiudere e di avere gli ammortizzatori sociali, è il miglior risultato possibile, anche se non entusiasmante.
Diversamente la pensano alcuni dipendenti ai quali non piace l’accordo: hanno manifestato le loro critiche in assemblea, ma anche al di fuori. E al di là dei malumori e della tensione che inevitabilmente si creano quando in ballo ci sono lavoro, reddito, futuro e anche famiglia in molti casi, le critiche riguardano l’operato dei sindacati e alcuni punti dell’accordo, oltre al problema delle denunce.
Si critica che i corsi di riqualificazione siano riservati solo ai cassintegrati e non anche a chi è andrà mobilità; inoltre, anche coloro che ruoteranno, fra un anno sarebbero a casa in mobilità. Non piace, oltre alla discrezionalità lasciata all’azienda, il fatto che non sia previsto nell’accordo nessun tipo di sanzione o penale per la Smith qualora non facesse i corsi di formazione previsti. "L’accordo tutela in toto l’azienda e non i lavoratori – dice un operaio – strana è anche la costruzione delle liste e le scelte che si profilano: persone con figli e monoreddito sono a casa, altri in situazioni meno difficili invece lavoreranno".