Domani alle 10 i lavoratori di Smith Bits saranno chiamati a votare sì o no allo pseudo-piano industriale emerso dalla trattativa tra sindacati e azienda. Di sicuro la maggioranza non sarà schiacciante come la volta scorsa, quando i rappresentati dei lavoratori ricevettero il mandato a trattare dopo l’incontro al Ministero dello sviluppo economico. Del resto, la decisione di tutti, esclusi o inclusi nei piani produttivi della multinazionale, non è semplice. Per i 78 che restano c’è la consapevolezza che l’attività della fabbrica di Saline di Volterra rischia comunque di fermarsi entro un paio d’anni, quando cioè la profuzione degli scalpelli Big Bit sarà a regime nella fabbrica gemella che Smith ha allestito negli Stati Uniti. Chi, invece, è tra i 115 destinati alla cassa integrazione, c’è il dubbio di cosa fare rispetto alla buonuscita da prendere o aspettare sviluppi dal tavolo ministeriale a cui sono state chiamate Eni, Enel e Schlumberger. Chi invece uscirà meglio da questa situazione saranno i circa 15 destinati a entrare nel regime pensionistico, con pochi anni di tempo prima di raggiungere l’età per l’addio al lavoro, potendo sfruttare un anno di cassa integrazione e la mobilità. Nella stragrande maggioranza dei dipendenti dell’azienda di Saline c’è la consapevolezza di aver combattuto con grande determinazione la battaglia.
