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Smith, via libera al piano ma senza trionfalismi

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I lavoratori: «Ce l’hanno presentata come l’unica soluzione, inevitabile il “sì”. Ma per 115 dipendenti che rimarranno fuori il futuro è… nerissimo»

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Cecina

Autore: Andreas Quirici

«Il risultato è scontato. O mangi la minestra o salti questa finestra». Nina Onnis è fra le prime a uscire dall’assemblea all’interno della Smith Bits in cui i lavoratori decidono di accettare o meno il fatto che di 193 dipendenti l’azienda ne vuole utilizzare 78 per la produzione dei Big Bits, gli scalpelli per perforazioni petrolifere con diametro di 20 millimetri. La donna ha il volto sconsolato e spiega meglio il concetto: «Ce l’hanno presentata come l’unica soluzione possibile ed è inevitabile dire si. Almeno la fabbrica non si chiude e una parte di noi continuerà a lavorare. Ma per gli altri 115 il futuro è nerissimo». Alla fine, dopo la votazione segreta tramite l’urna, i voti a favore saranno 144, 7 quelli contrari e una scheda bianca. In totale 152 dipendenti per un via libera al piano che sa di vittoria dal retrogusto amarissimo. L’acqua nel bicchiere. Ci sono due modi per vedere quanto accaduto fin qui nel contesto della vertenza. Chi vede il bicchiere mezzo pieno pensa all’ipotesi di chiusura ventilata alla fine di aprile e al fatto che, invece, lo stabilimento continuerà a produrre. La riduzione d’organico sarà notevole, ma c’era da aspettarselo visto che il mercato petrolifero e degli scalpelli è in calo. Quelli che “vedono nero” sono quelli che considerano il bicchiere mezzo vuoto, valutando come una sconfitta l’entità di quelli che non rientrano più nei piano della Smith Bits. E non sono pochi, malgrado poi la votazione abbia espresso una maggioranza consistente fra i presenti all’assemblea, in cui si è discusso anche dei 40mila euro offerti dall’amministratore delegato, Giuseppe Muzzi, a chi deciderà di farsi mettere in mobilità volontaria nei prossimi tre mesi, dicendo addio alla fabbrica di Saline. Un aspetto su cui le parti tratteranno. Sostegno agli esclusi. «L’obiettivo di questa battaglia sarebbe dovuto essere quello di mantenere quanti più posti di lavoro possibile, non quello di prendere più soldi per andare via», dice Stefano Tamburini, mentre i compagni stanno uscendo dal cancello per fermarsi al presidio e commentare l’atto finale di questa lunga lotta. Il sentimento che serpeggia è quello dell’amarezza dovuta al fatto che in molti, sicuramente troppi, resteranno fuori dalla ripresa produttiva. «Marco – dice un lavoratore al sindaco di Volterra Buselli in attesa dei risultati della votazione – dovete aiutare quelli che restano a piedi, perché la situazione sarà critica. E non è detto neppure che chi resta abbia il futuro assicurato, visto che la prospettiva è che Smith poi trasferisca tutta la produzione a Ponca City e che fra 2 anni ci si trovi punto e a capo». Niente trionfalismi. «Eviterei inopportuni trionfalismi e troppa soddisfazione – dice lo stesso Buselli – E’ vero, parlavamo fino a poco fa di uno stabilimento che, nelle intenzioni iniziali dell’azienda, doveva essere chiuso senza appello. Ma parlare di 78 posti salvi oggi non deve assolutamente rappresentare un punto di arrivo per tutti noi. Da oggi infatti si apre una fase difficilissima e stretta nei tempi, in cui dobbiamo riempire di contenuti, e quindi di potenziali posti di lavoro. Ma qualche margine di manovra c’è. Faremo di tutto perché questo margine possa crescere e far salire quei numeri. Perché dietro ai numeri ci sono persone, e non vogliamo lasciare a terra nessuno».