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Appello degli operai, no della Smith

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«Fateci rientrare al lavoro»

Fonte: La Nazione, Cronaca di Livorno

Autore: Ilenia Pistolesi

«NON VOGLIONO sentire ragioni». Scuote la testa, il leader regionale della Fiom Massimo Braccini all’uscita dell’assemblea-fiume nella sala mensa dello stabilimento di via Traversa. Dall’America si alza l’ennesima muraglia e si rimanda al mittente ogni strada di mediazione. Proprio due giorni fa, il segretario dei metalmeccanici della Cgil ha provato a contattare Houston. Ancora un altro tentativo per convincere l’azienda a far tornare tutti in fabbrica. Con la proposta di far uscire qualche scalpello. Risultato? Fumata nera. Ed un nuovo schiaffone sonoro per i 193 dipendenti mandati a casa a paga zero. «Le nostre proposte sono state tassativamente rifiutate dall’azienda – tuona Braccini – i vertici si sono chiusi a riccio nonostante la nostra disponibilità a liberare qualche prodotto. La risposta dagli States è stata chiarissima ed inequivocabile. Anche il giorno prima dell’arrivo della messa in libertà ho tentato di riallacciare un dialogo, provando in tutti i modi a far desistere l’azienda. E chiedendo di presentare la proposta del piano industriale quanto prima. Ma sia chiaro, se pensavano di rischiare sotto il profilo dell’incolumità, noi ci avremmo messo la faccia. Ma l’azienda ha insistito sulla linea dura. E ora non ci vengano a dire che non ci abbiamo provato. Oltretutto Smith rappresenta il primo caso in Toscana di un’azienda che mette in libertà i propri dipendenti all’interno di una procedura già aperta di licenziamento collettivo». E mentre la Cgil formalizzerà, in una lettera, la disponibilità al rientro in fabbrica dei dipendenti, un gruppo di senatori Pd capeggiati dalla senatrice Gatti mette, nero su bianco, una nuova interrogazione parlamentare dove si chiede come si intenda intervenire per favorire una soluzione positiva della vertenza in atto e scongiurare il dramma della chiusura dello stabilimento. Intanto anche il mondo del volontariato sociale si è stretto tutto attorno alla fabbrica colpita dalla procedura di licenziamento collettivo: una sessantina di mezzi di soccorso delle associazioni di volontariato di tutta la Valdicecina e di altre province (Avis, Croce Rossa, Pubblica Assistenza, Misericordia), hanno marciato da Pomarance a Saline a sirene spiegate. In testa, l’Anpas di Larderello, che ha già fornito al presidio un supporto non indifferente. I mezzi di soccorso hanno sfilato di fronte al picchetto intorno alle 18 di ieri pomeriggio. Poi hanno raggiunto la zona industriale alle porte della frazione. Ed i volontari hanno poi raggiunto a piedi i cancelli dello stabilimento.