Nel giro di quindici anni, le energie rinnovabili spodesteranno il carbone come prima fonte di elettricità, a patto che i paesi si impegnino i rispettare gli impegni presi per quest’anno nell’ambito degli accordi per il cambiamenti climatici. E’ quanto si legge in un articolo del Financial Times, che riporta i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia (AIE).
Le fonti di energia rinnovabili potrebbero salire da poco più di un quinto della produzione di energia elettrica globale a quasi un terzo entro il 2030, più delle quote di carbone, gas e nucleare.
"Le società del comparto energetico farebbero un errore fatale a non considerare questo trend come inevitabile" ha detto il capo economista dell’AIE Fatih Birol all’FT. – Sarebbe lo stesso errore, se i tassi di interesse rimanessero fermi per i prossimi 25 anni". Di fatto, "si tratterebbe dello stesso tipo di miopia".
In base ai negoziati sul clima delle Nazioni Unite, per la prima volta quasi tutti i paesi dovrebbero limitare le emissioni di gas a effetto serra, nell’ambito di un accordo globale che dovrebbe essere firmato a Parigi nel mese di dicembre.
In un rapporto dell’agenzia si legge che le misure concordate nelle trattative in seno all’Onu – e rivelate da diverse nazioni dovrebbero ridurre drasticamente l’uso di combustibili fossili, in particolare carbone, negli Stati Uniti, l’Unione europea e altrove.
Tuttavia non mancano gli attriti su tali limitazioni: quasi 200 sono i paesi che stanno partecipando alla conferenza sul clima di Parigi: secondo alcuni paesi, le emissioni di gas a effetto serra dovrebbero essere praticamente eliminate entro il 2050, mentre per altri non ci dovrebbe essere affatto una scadenza. (mt)