Seminario “L’Aquila rinasce dalle macerie”:Trasformare le macerie da ostacoli a risorse per la ricostruzione

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    L’Aquila, 1 dic – Si è tenuto oggi, presso la Sala Conferenze Carispaq del Centro Direzionale Strinella 88 il seminario “L’Aquila rinasce dalle macerie – Riciclo e rinnovabili: la ricostruzione come opportunità ambientale”, organizzato dal Comune dell’Aquila e dal quotidiano on line “Rinnovabili.it”, una testata giornalistica nata nel 2006 con la mission di esplorare e monitorare l’universo delle energie rinnovabili, del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.

    Fonte: Ilcapoluogo.com

    Autore: Maria Chiara Zilli

    Il seminario –focalizzato sui temi della ricostruzione e delle macerie
    e sulle loro reciproche relazioni – si è sviluppato intorno al nucleo
    della possibilità di trasformare le macerie da ostacoli alla
    ricostruzione e alla rinascita ad opportunità e risorse. Attualmente
    esistono infatti tecnologie che consentono di recuperare porzioni
    notevoli di detriti edilizi ed utilizzarli, attraverso specifiche
    lavorazioni, per costruire più del 40% di nuovi edifici ed
    infrastrutture.
    Nel corso dell’incontro i relatori hanno
    cercato di tracciare un vero e proprio percorso scientifico e concreto
    verso una ricostruzione sostenibile, fornendo contributi diversi ma
    tutti accomunati dal richiamo al rispetto dell’ambiente e dall’invito a
    prendere atto delle potenzialità di quest’ultimo, senza schiacciarlo e
    sfruttarlo eccessivamente o senza criterio.
    L’intero seminario
    si è sviluppato sul duplice piano del rispetto dell’ambiente e del
    rilancio dell’economia del territorio; la possibilità di riciclare e
    riutilizzare le macerie, infatti, oltre a rappresentare un atto di
    responsabilità nei confronti del territorio, ne favorisce anche
    l’economia. Se, da un lato, il riuso delle macerie è una grande
    conquista ambientale – stimabile in termini di energia risparmiata,
    discariche e cave inutilizzate ed emissioni evitate nell’ambito del
    metodo LCA (Life Cycle Assessment – Valutazione dell’intero ciclo di
    vita dei materiali edili) – dall’altro, genera un notevole risparmio
    economico e favorisce lo sviluppo di nuovi indotti e nuovi posti di
    lavoro.
    “La sostenibilità è la vera modalità che favorisce
    lo sviluppo” ha esordito il Direttore Generale della Banca Etica Mario
    Crosta, il primo relatore invitato a prendere la parole dal consigliere
    comunale Antonello Bernardi, coordinatore della prima parte del
    seminario. “La ricostruzione – ha continuato Crosta – non può procedere
    solo all’insegna della convenienza economica , la sostenibilità
    ambientale dovrà avere un ruolo centrale per garantire una qualità di
    vita duratura agli abitanti e per evitare future tragedie. Le azioni
    economiche che restano indifferenti alle conseguenze non economiche
    diventano boomerang, sia livello economico che a livello sociale. E’
    ora che in Abruzzo – ma anche in Italia, a Washington, a Dubai e a Wall
    Strett –si comprenda che sostenibilità è sinonimo di efficienza e di
    profittevole rendimento economico”.
    Sulla tema della
    sostenibilità è intervenuto anche il Direttore operativo GSE, Gerardo
    Monanino che ha spiegato“ In questa delicata fase di ricostruzione, è
    necessario stimolare le amministrazioni pubbliche e gli imprenditori
    affinché investano in tecnologie legate all’efficienza energetica e
    alle fonti rinnovabili, sfruttando anche le incentivazioni erogate dal
    GSE. In Abruzzo il GSE sta erogando incentivi in conto energia a 1.030
    impianti fotovoltaici per un totale di 12,4 MW, a fronte di un totale
    nazionale di 56,285 impianti per circa 700 MW installati.”
    Incentrato
    sull’efficienza energetica anche l’intervento di Andrea Masullo
    (Università di Camerino) che ha presentato le potenzialità della
    geotermia. “Il dramma del terremoto – ha sottolineato Masullo – crea la
    necessità di ricostruire non solo la città di pietra, ma anche la rete
    di relazioni con l’ambiente e la rete di relazioni sociali che fanno di
    un insieme di abitazioni una città e di un insieme di città una
    civiltà. Il primo passo è quello di conoscere cosa offre l’ambiente
    circostante e – secondo lo schema che in 14 miliardi di anni ci ha
    portato fin qui – ricavarne l’uso più efficiente possibile. L’utilizzo
    della geotermia ci porta a scoprire il territorio non solo come una
    piattaforma dove poggiare le opere umane, ma come una fonte di risorse
    e di opportunità. Più dell’80% del fabbisogno energetico domestico è
    calore a bassa temperatura per il riscaldamento degli ambienti e per la
    produzione di acqua calda; in una logica di efficienza, come quella che
    guida l’evoluzione da sempre, noi dovremmo cercare la sorgente di
    calore esterna a più elevata temperatura che, soprattutto in inverno,
    non è l’aria ma il terreno, la geotermia, ed innalzarne la temperatura
    fino al livello desiderato con il minor impiego possibile di energia.
    E’ quello che consentono di fare le pompe di calore geotermiche”.
    La
    trattazione del cuore le seminario, cioè le relazioni tra ricostruzioni
    e macerie, è stata affidata al Direttore Responsabile di
    “Rinnovabili.it” Mauro Spagnolo e a Moreno Marolli (Centro Ambiente
    spa) che ha affrontato il tema riutilizzo degli inerti da demolizione
    presentando l’esempio dell’Umbria.
    “Il grave problema dello
    smaltimento delle macerie– ha spiegato Spagnolo –impone, con urgenza,
    l’individuazione di soluzioni che possano garantire un approccio
    sostenibile al complesso processo della ricostruzione. Il riciclo come
    alternativa alla discarica di detriti edilizi presenta evidenti
    potenzialità non solo ambientali (risparmio energetico e risparmio
    della risorsa di estrazione in cava), ma anche di ordine sociale
    (difficoltà a reperire discariche nel territorio) e di ordine pubblico
    (allarme infiltrazioni malavitose nel settore degli smaltimenti). Il
    riciclo delle maceri, infatti, può avere interessanti ricadute sia
    perché riduce il fabbisogno di materie prime, sia perché, nel processo
    di riciclo, il bilancio energetico risulta particolarmente conveniente
    rispetto a quello di estrazione da cava. Le macerie, generalmente
    considerate un costo per lo smaltimento ed un problema ambientale per
    l’individuazione del sito, possono assumere un vero e proprio valore
    economico generato dal processo di riciclo e dalla disponibilità di
    materiale per nuove costruzioni altrimenti perso. Il processo di
    produzione dell’aggregato non presenta grandi difformità rispetto a
    quello necessario, tramite frantumazione, per l’ottenimento di inerti
    naturali da blocchi lapidei provenienti da attività estrattiva ed offre
    un notevole risparmio economico ed un beneficio ambientale, a parità di
    caratteristiche prestazionali del materiale. Operando un confronto, in
    termini di energia impiegata (energia inglobata) tra le lavorazioni
    necessarie al processo di recupero e riciclo del rifiuti edile e quelle
    legate alla produzione dello stesso materiale proveniente da attività
    estrattiva, è possibile dedurre che il consumo energetico necessario al
    riciclo è pari a circa un quarto rispetto a quello del prodotto
    estratto in cava. A L’Aquila attualmente, si trova un immenso
    giacimento di materiali edili a cielo aperto, giacimento che si trova
    esattamente nel luogo dove avverrà un imponente processo di
    ricostruzione. Tali concomitanze, unitamente alla maturità tecnologica
    del settore, ci porta ad affermare, senza timori, che siamo in presenza
    del potenziale “mercato dell’usato edile” più grande d’Europa.
    Un’opportunità che tutti gli attori della ricostruzione dovrebbero
    assolutamente cogliere, e in fretta.”
    “L’attenzione al
    problema del riutilizzo di materiali inerti provenienti da demolizioni
    – ha aggiunto Marionni –ha permesso alla Regione Umbria varie
    iniziative impiantistiche volte alla soluzione dei problemi creati dal
    sisma del ’97, che ha comportato enormi problemi di trattamento degli
    inerti da demolizione che comunque, a causa delle esperienze pregresse,
    non ha trovato impreparata la nostra Comunità regionale. Nel 1998, a
    pochi mesi dal sisma, la Centro Ambienta Spa, società interamente
    controllata dalla V.U.S (Valle Umbra Servizi), d’intesa con la Regione
    Umbria, ha preso l’iniziativa di realizzare una piattaforma di cernita,
    selezione, trattamento e recupero dei rifiuti inerti provenienti dalle
    zone terremotate e ciò ha permesso di fornire un servizio certo ai
    comuni terremotati, eseguire con correttezza e sicurezza le operazioni
    di trattamento e recupero- la cui filiera inizia già a monte del
    conferimento nell’impianto – ed organizzare tutte le iniziative per il
    riutilizzo del materiale. In Italia la pratica del recupero dei rifiuti
    presenta ritardi rispetto alla realtà europea. Devono essere promosse
    politiche di sostegno che permettano la diffusione della pratica del
    recupero dei rifiuti inerti per scongiurare il proliferare di
    discariche abusive, superare la discarica come metodo di smaltimento.
    Allo stesso tempo è necessaria una politica di formazione ed
    informazione verso i progettisti, le stazioni appaltanti e le imprese
    utilizzatrici dei materiali; questo aspetto è fondamentale per
    consentire che un’attività creata per sopperire ad un’emergenza si
    trasformi, una volta superata, in un’opportunità concreta che
    contribuisca allo sviluppo sostenibile del territorio”
    Il
    seminario si è concluso con un confronto, moderato da Mauro Spagnoli,
    tra i relatori, i decisori politici, gli ospiti istituzionali e le
    associazioni. Alla tavola rotonda sono stati invitati il Sindaco
    dell’Aquila, Massimo Cialente, l’assessore regionale, Daniela Stati, il
    Vicepresidente del Consiglio Regionale Giorgio De Matteis, la
    Presidente della Provincia Stefania Pezzopane, il Prefetto dell’Aquila
    Franco Gabrielli, il Vice presidente Commissione Ambiente, Territorio,
    Lavori Pubblici della Camera dei Deputati On. Salvatore Margiotta, la
    Presidente della Croce Rossa Abruzzo, Maria Teresa Letta, il Direttore
    Generale Cassa di Risparmio dell’Aquila, Rinaldo Tordera, il Presidente
    Nazionale Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
    Gli ospiti
    istituzionali, fermo restante il rinvio all’analisi del quadro
    normativo, hanno espresso interesse nei confronti dei temi e degli
    spunti sollevati, inquadrandoli in maniera sostanzialmente positiva. In
    particolare Massimo Cialente ha sottolineato “Questa sera ho ascoltato
    testimonianze e spunti molto interessanti ed importanti. Il riciclo e
    riutilizzo delle macerie, oltre ad avere effetti positivi
    sull’ambiente, può essere un’ottima opportunità per le aziende che ci
    sono e che nasceranno nella città, e può quindi generare ottime
    opportunità lavorative. Mi auguro che siano in primis le aziende locali
    a beneficiare di questi vantaggi.”
    Riguardo le associazione,
    il Presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza ha
    sottolineato “Risparmio è il concetto chiave per una ricostruzione
    rapida e sostenibile del territorio colpito dal sisma del 6 aprile – A
    partire dal suolo sottratto alla nuova cavazione e alla speculazione
    edilizia. E questo è anche il criterio che deve caratterizzare l’intera
    filiera del trattamento delle macerie, che vanno immediatamente rimosse
    per consentire la rinascita dei centri storici. Il territorio aquilano
    ha già pagato il suo dazio a cavatori e speculatori prima del sisma ora
    la ricostruzione non deve rappresentare il lasciapassare a un ricorso
    indiscriminato all’estrazione di inerti e alla ulteriore
    cementificazione. Alla solita risposta del consumo di suolo dobbiamo
    contrapporre la gestione sostenibile delle risorse e una progettazione
    attenta e partecipata, ma prima va superato il collo di bottiglia che
    impedisce di riavviare la macchina della ricostruzione: gli enti locali
    devono provvedere subito a individuare i siti di stoccaggio temporaneo
    per le macerie».
    Legambiente, che con Libera e Provincia
    dell’Aquila ha attivato l’Osservatorio “Ricostruire pulito”, sta
    contribuendo al monitoraggio degli appalti e delle infiltrazioni
    malavitose, ma anche all’individuazione di buone pratiche
    eco-sostenibili per far ripartire il territorio puntando sulle
    rinnovabili, sull’efficienza energetica e sul riciclaggio degli inerti
    derivati dalle macerie.