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La richiesta di energia da fonti rinnovabili spinge il Messico verso la geotermia.

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Secondo l’Agenzia Internazionale IRENA questa risorsa potrebbe aumentare dal 4% al 6%

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Il Messico ha un grande e variegato portafoglio di risorse energetiche rinnovabili. Con una opportuna combinazione di efficaci politiche industriali, il paese potrebbe attrarre investimenti su larga scala al fine di diversificare la propria offerta di energia, con la possibilità di aumentare la quota di energie da fonti rinnovabili al 21% nel 2030, rispetto al 4,4% registrato nel 2010. Il risparmio netto di 1,6 miliardi dollari l’anno potrebbe arrivare a decuplicarsi qualora venissero conteggiate la riduzione dei gas serra, le minori emissioni di anidride carbonica e i minori impatti sulla salute dei cittadini.

Questo almeno stando al rapporto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) commissionato dal Ministero dell’Energia messicano. Le prospettive di approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili nel paese si presentano come parte di REmap 2030, una tabella di marcia (road map) elaborata da IRENA con lo scopo di raddoppiare la quota di rinnovabili nel mix energetico globale.

L’espansione delle fonti rinnovabili, in grado di promuovere la diversificazione dell’approvvigionamento energetico del Messico, potrebbe far ridurre la domanda di carbone del 62%, del gas naturale del 21% e dell’olio combustibile del 6% entro il 2030, rispetto a quanto le attuali politiche mirano a raggiungere. Il paese centroamericano potrebbe generare fino al 46% della sua elettricità (280 TWh) da fonti rinnovabili ogni anno. Ciò richiederebbe l’impiego di 30 GW di eolico e 20 GW di fotovoltaico (PV), che potrebbero rappresentare una combinazione pari al 26% della produzione di energia totale al 2030. Il mini-idro e l’energia idroelettrica con grandi dighe potrebbero contribuire con circa il 12%, la risorsa geotermica con il 6% e la biomassa con il 2,5%.