Nonostante il mix energetico globale sia costituito per un 22% da produzione da rinnovabili, e nonostante i progressi enormi in termini di tecnologia e diffusione, l’energia eolica e quella fotovoltaica hanno sempre avuto l’handicap che “il sole non splende di notte, e il vento non soffia tutto l’anno”. Una “intermittenza” che, sinora, ha fatto buon gioco per gli oppositori delle tecnologie “green”. Sinora, dicevamo, perché il miliardario del rinnovabile, Elon Musk, ha appena spazzato via questa argomentazione. Giovedi scorso in California ha infatti presentato al mondo il suo nuovo -ed elegante- Powerwall, un accumulatore di energia da parete in grado di fornire una potenza variabile da un minimo di 2 KW (modo continuo) fino a 3,3 KW (modalità picco) con una capacità di accumulo pari a 10 Kwh (anche se esiste un modello leggermente più economico che accumula fino a 7 Kwh). Il tutto per una spesa intorno ai $ 3.500 (circa 3.000 €). La particolarità di Powerwall risiede proprio nella possibilità di essere collegato ad una fonte di ricarica “rinnovabile”, come dei pannelli fotovoltaici o dei generatori eolici o, più semplicemente, traendo la propria energia nelle ore notturne, quando costa meno.
Musk ha intenzione di fabbricare le batterie negli Stati Uniti, presso il "gigafactory" che si sta costruendo appena oltre il confine dalla California, nel Nevada, dove metterà in produzione la batteria collaudata agli ioni di litio che sta già usando per i suoi noti veicoli elettrici.
Il sistema Powerwall tuttavia ha anche un altro notevole vantaggio, ovvero la scalabilità. Se infatti il singolo Powerwall è rivolto all’utenza domestica (secondo le indicazioni fornite dall’azienda può essere installata sulla parete di casa in circa un’ora da parte di un tecnico specializzato), esiste la possibilità di avere un sistema PowerPack (100 Kwh di stoccaggio energetico). Inoltre, afferma ancora TeslaEnergy, è possibile collegare sino a 100 PowerPack per ottenere un sistema scalare in grado di accumulare sino a 100 Mwh da utilizzare in contesti di piccole reti elettriche.
Al suo lancio la scorsa settimana, Musk ha sostenuto che l’intera rete elettrica degli Stati Uniti potrebbe essere replicata con appena 160 milioni di questi accumulatori di energia utility-scale.
È istruttivo mettere questi numeri in un contesto. Ci sono già circa 2 miliardi di automobili e veicoli commerciali sulle strade del mondo, e quasi 100 milioni di nuovi veicoli vengono aggiunti ogni anno. Se è fattibile costruire queste macchine inquinanti è certamente fattibile costruire le unità di storage che contribuiranno a renderle inutili.
All’altro capo del mondo, frattanto, anche la Cina sta muovendosi nel mercato delle energie rinnovabili, lavorando a quello che è destinato a divenire il più grande parco eolico del mondo e -probabilmente entro quest’anno- alla più grande centrale fotovoltaica del mondo. Uno scenario, insomma, in cui le energie rinnovabili sembrano avere un futuro nel nuovo mercato capitalistico.