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Castagna: tanti gli investimenti già effettuati per salvare la produzione

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Le aziende si sono rinnovate con macchinari e progetti. Il presidente Claudio Franci: “È nata una filiera composta da oltre 90 soggetti di tre diverse province che è guidata dall’associazione amiatina”

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Grosseto

Autore: Fiora Bonelli

Il progetto integrato di filiera Vacasto per la valorizzazione e il sostegno del comparto castanicolo, ha centrato l’obiettivo. Il piano ha quindi portato a termine una serie di progetti che hanno previsto il recupero castagneti da frutto e miglioramento della superficie castanicola, realizzazione strade, realizzazione recinzioni, acquisto attrezzature e macchinari, acquisto dispositivi individuali di sicurezza, ristrutturazioni seccatoi, capanni e manufatti, ristrutturazione o realizzazione locali e magazzini, realizzazione prototipi. I privati vi hanno investito complessivamente 1.770.509,60 di euro e hanno ricevuto contributi per 987.907,88 euro. «È stata la prima esperienza di questo tipo su tutto il territorio nazionale – commenta Giovanni Alessandri – e ha centrato un obiettivo importante, di portare giovamento alle aree interessate, sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, poiché ha permesso di recuperare aree anche abbandonate o non più considerate produttive e ha fatto sì che le aziende castanicole, e i piccoli imprenditori locali potessero acquistare macchinari, effettuare interventi sui castagneti e quindi migliorare e sviluppare i metodi di lavoro; anche altri settori hanno beneficiato del Pif, in quanto i partner del progetto si sono avvalsi di aziende locali per effettuare i vari lavori previsti all’interno di ciascun progetto, creando quindi condizioni favorevoli anche all’assunzione di nuovo personale, visto l’aumento della mole di lavoro stimolato dagli investimenti stessi». Lorenzo Fazzi è soddisfatto e commenta: «Al di là delle azioni del Pif che ci hanno permesso azioni di notevole portata, è l’importanza del sistema che vorrei sottolineare, perché ci ha permesso di tenere saldo il legame fra castanicoltori e territorio, una relazione difficile, perché con la presenza del cinipide temevamo davvero l’abbandono dei castagneti. Invece così non è stato. Tutto questo ci fa ben sperare per il futuro, perché vogliamo andare avanti con l’operazione sui trasformati della castagna da preparare e lanciare sul mercato. Un’operazione che abbiamo in mente da tempo e che spero possa essere realizzata». E il presidente dell’Unione comuni Amiata grossetana, Claudio Franci aggiunge: «Il Pif Vacasto è stato fortemente voluto dall’Associazione per la valorizzazione della castagna Igp, che è stata capofila del progetto iniziato nel 2012 e concluso nel marzo 2015. Si basa sull’aggregazione di più soggetti legati al medesimo comparto economico, quello castanicolo e ha visto la partecipazione di 90 soggetti, sviluppandosi sul territorio delle tre province di Grosseto, Siena e Lucca e ben sei Unioni di comuni montani. Un progetto guidato, appunto, dall’associazione castagna Amiata la quale si è distinta con il 79,05/ di investimenti e che ha ottenuto il 76% dei contributi regionali». «Tanto è stato il successo di questo pif – chiude Alessandri – che vi sono già una trentina di investitori in lista di attesa per il prossimo Pif a cui già stiamo lavorando