Energia e infrastrutture, quindi, ma anche difesa e progetti
astrofisici. Si conclude con ottimi risultati la missione in America
Latina del sistema italiano delle imprese organizzato dal ministero
dello Sviluppo economico, Confindustria, Abi, Ice, Sace e Simest.
«Il
Cile è il Paese più solido di tutta la regione – ha detto il vice
ministro Adolfo Urso -. Con i suoi accordi commerciali con 60 Paesi,
l’80% del mercato mondiale, è il partner ideale e può diventare una
piattaforma logistica, infrastrutturale, produttiva e commerciale delle
imprese italiane dall’America Latina verso l’Asia e l’Oceania.
Ragionevolmente nei prossimi tre anni possiamo raddoppiare
l’interscambio e raggiungere gli 8 miliardi di dollari».
Concetto
ribadito dal vicepresidente di Confindustria, Cesare Trevisani: «Qui
abbiamo il vantaggio competitivo – ha detto – grazie all’accordo con
l’Unione europea che permette ai prodotti italiani di essere importati
in Cile senza barriere doganali, un ponte verso mercati che altrimenti
sarebbero coperti da alti dazi e quindi di difficile approccio per le
nostre imprese, in particolare per le piccole e medie». Il Cile, tra
l’altro, è ricco di importanti materie prime (rame e cellulosa), che
garantiscono approvvigionamenti costanti per le imprese manifatturiere.
Anche il presidente dell’Enel, Piero Gnudi, guarda al Cile per lo
sviluppo delle energie rinnovabili e, soprattutto, della geotermia: «In
questo settore – ha detto – pensiamo di investire molto. Enel,
attraverso Endesa e Enel Green Power, è il primo operatore privato in
Cile. Vogliamo sviluppare qui anche l’eolico e i lavori inizieranno
presto».
Infine Astaldi e Simest lavorano al project financing
Chacayes Pacific Hydro per la realizzazione di una centrale
idroelettrica di 110 mw di potenza.