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La Germania si appresta a rottamare le vecchie centrali a carbone e lignite?

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Fonte: www.assoelettrica.it

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In Germania sono in funzione circa 21 GW di impianti elettrici a lignite e 28 GW di impianti a carbon fossile che contribuiscono al 45% circa della produzione di energia elettrica del paese. Gli impianti a lignite, fonte fossile di cui la Germania è ricca, riescono ancora a trovare una discreta remunerazione sul mercato elettrico: anche con prezzi medi di borsa dell’energia elettrica di 30-35 €/MWh, nel 2014, questi impianti  hanno prodotto per oltre 6.500 ore equivalenti. Il carbon fossile, fonte che deve essere importato, soffre invece i bassi prezzi dell’energia elettrica e ha ridotto la sua produzione negli ultimi anni: nel 2014 gli impianti a carbone hanno prodotto per circa 3.500 ore equivalenti.

Klimabeitrag 1

I programmi del ministro dell’economia e dell’energia Sigmar Gabriel prevedono una riduzione delle emissioni complessive di CO2 della Germania del 40% entro il 2020. Dal settore elettrico in quell’anno dovranno venire al massimo 290 MtCO2 (milioni di tonnellate di CO2), ma secondo le previsioni del governo il termoelettrico tedesco nel 2020 produrrà ancora 312 MtCO(159 da lignite, 87 da carbone, 66 da gas naturale, si veda grafico qui accanto) quindi ci sarebbero 22 MtCO2 di troppo. Per ‘allineare’ il parco di generazione agli obiettivi del governo il ministro Gabriel sta preparando una nuova tassa sulle emissioni, il “Klimabeitrag” ovvero un “contributo per il clima” a carico degli impianti termoelettrici a carbone e lignite più vecchi che dovrebbe comportare il raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni attraverso il phase-out ‘mirato’ di alcune centrali.

Nel sistema ETS europeo la quotazione delle emissioni di CO2  è attualmente pari a circa 7 €/tCO2 un prezzo non sufficiente a contenere la produzione degli impianti che emettono più anidride carbonica in atmosfera per chilowattora prodotto. Del Klimabeitrag tedesco non si sa ancora molto di preciso ma sembra potrà essere applicato dal 2017, dovrebbe essere applicato oltre al costo delle emissioni previsto dall’ETS, sarà applicato agli impianti di età superiore a 20 anni ed il costo del contributo sarà pari a 18-20 €/tCO2.

Klimabeitrag 3

L’aggravio di costo dovuto al Klimabeitrag contro le emissioni è indicato in verde nel grafico qui a destra. Nel grafico di merit-order (impianti di generazione ordinati in base al costo variabile di produzione dell’energia elettrica) si nota come aumenterà il costo di produzione degli impianti a lignite più vecchi, che andrebbe a superare il costo degli impianti a carbone più moderni. Aumenterà anche il costo di generazione dei vecchi impianti a carbone rendendoli più costosi degli impianti alimentati a gas naturale.

Nel complesso, secondo le previsioni, con un contributo Klimabeitrag di 18 €/tCO2 nel 2020 si potrebbero abbassare le emissioni da lignite a 124 MtCO2, mentre le emissioni delle centrali a carbone scenderebbero meno di quanto non accadrebbe senza l’applicazione del ‘contributo’ (si veda grafico qui sotto), una manovra quindi che ridurrebbe le emissioni complessive di carbone e lignite di 22 MtCO2 ma che nel complesso favorirebbe il carbone a danno della lignite.

Klimabeitrag 2

Il conto si fa abbastanza presto: una centrale a lignite od a carbone non di ultima generazione emette circa 1.000 grammi di CO2 per ogni kWh di energia elettrica che produce, quindi applicare il Klimabeitrag vuol dire aumentare il prezzo dell’energia elettrica di 18-20 €/MWh. Il prezzo in borsa dell’energia in Germania oscilla attualmente intorno ai 30-35 €/MWh e non ci sono indizi di una possibile ripresa dei prezzi, la misura si rifletterebbe quindi in un phase-out per le vecchie centrali con più di 20 anni. Il CEO di RWE Peter Terium ha avvertito che una legge simile “significherebbe la fine immediata di gran parte delle miniere e centrali a lignite” ed ha annunciato che anche per RWE, come in precedenza avvenuto per un’altra grande società tedesca, potrebbe esserci uno spacchettamento delle attività con la probabile creazione di un’attività separata che contenga gli standed asset legati al carbone.

La questione per ora è oggetto di scontro politico, sia interno alla CDU sia tra governo ed i Lander ricchi di lignite per i quali un phase-out di impianti e miniere vorrebbe dire mandare a casa fino a 100 mila lavoratori. E’ anche in discussione la legalità stessa del Klimabeitrag, cosa che verrà presa in considerazione in un secondo tempo, ma come avvenuto per il nucleare il governo tedesco sembra piuttosto determinato e sembra che si stia apprestando ad accompagnare senza troppi complimenti alla porta le centrali a carbone/lignite più vecchie.