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Geotermia: ora anche l’Italia ci crede

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L’Italia ha risorse importanti e poco sfruttate. Come il calore della terra.

Fonte: TaccuinoVerde.wordpress.com

Autore: Elisabetta Invernizzi

Da oggi in Italia parte un piano per studiare il potenziale dell’energia geotermica come fonte alternativa ai combustibili fossili. Sfruttare il calore naturale proveniente dal centro della terra per produrre elettricità rinnovabile e pulita: il governo ci crede e stamane, in seduta parlamentare congiunta, ha avviato le procedure di zonizzazione del territorio italiano per identificare le aree potenzialmente sfruttabili.
Gli impianti geotermici non creano danni all’ambiente: non inquinano, sono ecologici (gli scarti si possono riciclare), economici e sicuri. Ma non sono perfetti: al di là del costo di trivellazione, il progetto deve fare i conti con un problema estetico, ovvero l’impatto di un groviglio di tubature e centrali in aree di interesse paesaggistico, e uno di qualità dell’aria perché dalle centrali geotermiche non esce solo vapore ma anche il tipico odore sgradevole delle zone termali causato dall’idrogeno solforato, nonché il rischio di inquinamento delle falde e l’induzione di micro sismicità.

Per Chiara Braga, responsabile Ambiente del Partito Democratico, «lo sviluppo corretto della geotermia porta non solo benefici ambientali, contribuendo in maniera importante alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma offre anche importanti occasioni per la creazione di nuovi posti di lavoro». Il contributo dell’energia della terra alla crescita occupazionale si stima intorno ai 30.000 green job potenziali da realizzare, a patto che condizioni di mercato e normative consentano di sfruttare appieno il potenziale. Intanto qualcosa si muove: entro sei mesi il ministero dello Sviluppo economico e quello dell’Ambiente si impegnano a individuare le linee guida per affinare i criteri di valutazione necessari per lo sfruttamento in sicurezza della geotermia nei territori.
Intanto in Italia sono in corso di sviluppo 10 progetti pilota per lo sviluppo di impianti geotermici a media entalpia di piccola taglia che potrebbero mettere in moto investimenti privati per circa 400 milioni di euro. A Castel Giorgio (Terni) ITW LKW Geotermia Italia realizzerà a breve un impianto sperimentale da 5 mw: la centrale, grazie ad un sistema chiuso che esclude il rilascio di emissioni in atmosfera, trasformerà in energia elettrica i fluidi geotermici ad una profondità di circa 1000 mt, producendo 40 GWh/anno di energia elettrica.

Geotermia, un azzardo? Non secondo l’Unione geotermica italiana che stima le potenzialità dell’energia proveniente dal calore naturale della terra nell’ordine di 500 mtep (pari a 500 milioni di tonnellate di petrolio), una quantità di gran lunga più elevata delle 11 milioni di tonnellate di riserve petrolifere stimate nei fondali marini del nostro Paese.
La geotermia offre opportunità uniche anche nel settore della produzione alimentare nei Paesi in via di sviluppo. Lo sostiene la FAO nel rapporto Uses of Geothermal Energy in Food and Agriculture: sono 38 gli Stati che oggi utilizzano la geotermia direttamente per la produzione agricola e 24 quelli che la usano per produrre elettricità, con Islanda, Costa Rica, El Salvador, Kenya, Nuova Zelanda e Filippine che soddisfano oltre il 10 per del loro fabbisogno energetico grazie a fonti di calore naturali.

Occhi puntati in tutto il mondo sullo sfruttamento dell’energia geotermica: l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA) con l’Agenzia spaziale europea (ESA) ha messo a punto delle mappe virtuali per studiare il potenziale della geotermia mondiale. Individuare i siti geotermici sotterranei è difficile e costoso, e richiede finanziamenti: per facilitarne lo sfruttamento, gli scienziati ESA e i tecnici di IRENA hanno creato un tool online che indica le aree con potenziale geotermico. Uno strumento utile, secondo le parole di Henning Wuester di IRENA: «In tal modo, si fornisce una scorciatoia per le esplorazioni lunghe e costose sbloccando il potenziale della geotermia».