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10 obiettivi per lo sviluppo delle rinnovabili

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10 obiettivi per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche e 33 azioni per raggiungerli: è il contenuto di un documento che assoRinnovabili ha inviato al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai Ministri impegnati nella formulazione del Green Act.

Fonte: greenbiz.it

Autore: Anna Tita Gallo

10 obiettivi per lo sviluppo delle rinnovabili elettriche e 33 azioni per raggiungerli: è il contenuto di un documento che assoRinnovabili ha inviato al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai Ministri impegnati nella formulazione del Green Act.

E’ quindi un piano – evoluzione del Green Paper del 2013 – che evidenzia come le rinnovabili, se adeguatamente regolamentate e sostenute, possano contribuire al rilancio dell’occupazione e alla crescita del PIL, in armonia con gli obiettivi stabiliti nel documento di Strategia Energetica Nazionale e nel recente accordo sui target 2030 definito in sede di Consiglio Europeo.

1 – PIU’ SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE PER RILANCIARE L’INDUSTRIA

Calati i prezzi del petrolio, come ha sottolineato Maria van der Hoeven, direttrice esecutiva della IEA, i politici “hanno il necessario margine di manovra per eliminare i sussidi al consumo di combustibili fossili (nel 2013 sono stati 550 miliardi di dollari), per promuovere e rafforzare meccanismi come prezzi del carbonio e carbon tax al fine di finanziare la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione dell’energia pulita”. Le industrie italiane ed europee trarrebbero importanti vantaggi competitivi se venissero estesi ai paesi extracomunitari meccanismi di penalizzazione legati alle emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra.

Azioni:

1. Promuovere in sede europea una revisione del mercato europeo delle emissioni (ETS) che lo renda più efficace attraverso un’estensione ai prodotti importati da paesi extracomunitari.

2 – PIU’ INDIPENDENZA DALL’ESTERO

L’80% dell’energia consumata in Italia (per l’elettricità, il riscaldamento e i trasporti) proviene da aree geografiche a rischio (Libia, Russia, Iraq ecc.). Nel 2013, per quanto riguarda l’energia elettrica, solo il 32% è stato ottenuto da “materie prime nazionali” come sole, vento, acqua, biomasse e geotermia. Occorre fare un maggior uso delle fonti rinnovabili, come affermato dalla Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata nel 2012. Un contributo significativo potrebbe essere garantito dal biometano. Nonostante il Governo nel 2013 abbia adottato le misure incentivanti per il biometano (DM 5 dicembre 2013) e recentemente l’AEEGSI abbia approvato le regole tecniche per la connessione degli impianti a biometano alla rete del gas naturale (Deliberazione 46/2015/R/Gas), la produzione di biometano rischia di non decollare, sia perché mancano ancora le Regole applicative del GSE, sia perché attualmente gli standard italiani di qualità del biometano sono talmente severi che non permetterebbero nemmeno al gas proveniente dalla Russia di essere immesso in rete. 

Azioni:

2. Adeguare gli attuali meccanismi di sostegno per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 e favorire la transizione postincentivi. 3. Promuovere concretamente lo sviluppo del biometano, prevedendo criteri ragionevoli di qualità in linea (e non superiori) con quelli degli altri paesi europei e rendendo prioritario l’accesso alla rete del gas naturale.

3 – PIÙ RINNOVABILI PER LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE

La filiera italiana delle rinnovabili può contribuire anche maggiormente allo sviluppo e all’occupazione che l’industria si attende dopo anni di lenta ma incessante contrazione. Esiste oggi in Italia una filiera in grado di produrre ed esportare componenti per il solare fotovoltaico, il solare a concentrazione, il solare termodinamico, le bioenergie, l’idroelettrico, i sistemi d’accumulo, le smart grid e l’efficienza energetica. Il Governo deve favorire e/o sostenere gli investimenti privati e pubblici in grado di attrarre le eccellenze del mondo scientifico. L’obiettivo dovrà essere quello di assicurare che lo sviluppo italiano di nuove tecnologie avvenga in anticipo rispetto ai principali competitor internazionali.

Azioni:

4. Varare una politica industriale che, coinvolgendo anche il sistema creditizio, privilegi e sostenga la filiera delle rinnovabili quale strumento concreto di rilancio della manifattura italiana e l’esportazione dei suoi prodotti.

5. Incrementare gli investimenti pubblici nella ricerca e nello sviluppo sperimentale, tramite le migliori Università.

6. Promuovere gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo sperimentale da parte di aziende private con strumenti adeguati.

7. Incentivare una collaborazione con le istituzioni comunitarie e nazionali coinvolte nell’adozione di bandi finalizzati al finanziamento di progetti innovativi e di sviluppo delle fonti rinnovabili.

4 – ESPORTARE MADE IN ITALY

Il grande sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili avvenuto negli ultimi anni nel nostro Paese è stato possibile grazie ad uno scenario favorevole indotto dalle politiche europee di contrasto al cambiamento climatico e da una coerente politica nazionale. Ciò ha permesso, in controtendenza ad un ciclo economico complessivo di forte recessione, la nascita e l’affermarsi di una vera e propria filiera italiana delle rinnovabili, con la creazione di un importante know-how nazionale e di numerose imprese ormai in grado di intraprendere un percorso di internazionalizzazione, a partire dai mercati dell’Europa orientale e del bacino del Mediterraneo.

Azioni:

8. Sostenere il processo di internazionalizzazione della filiera rinnovabili.

9. Costruire un nuovo sistema per la promozione delle imprese italiane all’estero

5 – REGOLE CERTE

Diverse misure introdotte dal Legislatore e dal Governo negli ultimi anni hanno illegittimamente modificato con efficacia retroattiva i rapporti incentivanti in essere: la Robin Hood Tax, le norme meglio note come “spalma incentivi”. Tali provvedimenti hanno contribuito a generare sfiducia negli operatori nazionali, nonché negli investitori esteri che chiedono, per continuare a investire nel nostro Paese, regole chiare, certe, stabili nel tempo e che, soprattutto, siano coerenti con un preciso disegno di politica energetica di lungo periodo. A questo si aggiungono gravi e numerosi ritardi nell’emanazione di decreti e regolamenti attuativi che Rendono le norme approvate inapplicabili o che costringono i destinatari a effettuare scelte senza essere in possesso di tutte le informazioni di dettaglio indispensabili

Azioni:

10. Cancellare le norme note come “spalma incentivi”.

11. Trasformare la SEN in un atto programmatorio energetico di lungo periodo che impegni seriamente le istituzioni e che abbia come obiettivo primario la prosecuzione dello sviluppo delle fonti rinnovabili.

12. Dotare il settore di regole certe e stabili nel tempo, che non penalizzino gli operatori già presenti sul mercato e che attraggano nuovi investimenti.

13. Rispettare le scadenze date per i provvedimenti attuativi.

6. PROCEDURE PIU’ SEMPLICI

Lo sviluppo e la competitività delle rinnovabili in Italia sono penalizzati dal maggior carico di burocrazia e dagli ingenti extra costi (oltre 30 miliardi di euro secondo la Cgia) che questo comporta. Peggiorano ulteriormente la situazione: l’impossibilità concreta di far valere le responsabilità della Pubblica Amministrazione, la lentezza e farraginosità dei procedimenti autorizzativi e l’applicazione delle regole in maniera significativamente difforme sul territorio nazionale. I produttori che intendono operare in diversi territori regionali devono farsi preventivamente carico di studiare le differenti discipline autorizzatorie locali, spesso non perfettamente conformi alla disciplina di principio nazionale ma valide ed efficaci. Questo stato di cose ha effetti negativi anche sul rapporto incentivante che si instaura successivamente, poiché spesso il GSE non riconosce come “idoneo” (poiché non aderente alle norme nazionali) il titolo abilitativo rilasciato dall’Ente territoriale competente e, quindi, nega l’incentivo. Sempre in tema di incentivi, si segnala che l’adozione da parte del GSE di Regole, Istruzioni e la pubblicazione di FAQ, ritenute vincolanti, aggrava il procedimento incentivante anche attraverso l’introduzione di adempimenti e requisiti non richiesti dalla disciplina nazionale. I tempi sono maturi per riflettere sull’opportunità e utilità del decentramento che, fino a oggi, non ha reso un servizio ai cittadini ma ha costituito, per essi, un (inutile) aggravio

Azioni:

14. Eliminare gli adempimenti burocratici superflui.

15. Semplificare e accelerare i procedimenti autorizzativi e favorire l’adozione di norme regionali omogenee.

16. Ampliare l’uso di strumenti quali il silenzio-assenso.

17. Prevedere poteri sostitutivi e sanzionatori nei confronti delle amministrazioni territoriali, attribuiti a un organo centrale

7 – UN FISCO PIU’ AMICO

Negli ultimi anni le rinnovabili sono state oggetto di grande attenzione da parte dell’erario sia attraverso l’introduzione di nuove tasse e di meccanismi penalizzanti come il reverse charge per la vendita di energia, sia attraverso interpretazioni restrittive di norme esistenti come le aliquote d’ammortamento per gli impianti fotovoltaici ad opera dell’Agenzia delle Entrate. Si aggiunge il continuo e irrazionale rialzo delle aliquote IMU e TASI sugli impianti a fonte rinnovabile, la gestione degli accatastamenti degli impianti a fonti rinnovabili, dovuta all’assenza di una chiara e univoca indicazione da parte dell’Amministrazione centrale circa le modalità per determinarne la rendita catastale. Infine è da evidenziare il continuo rialzo dei canoni di concessione idroelettrici e dei sovracanoni per i Bacini Imbriferi Montani e per gli Enti Rivieraschi, dettato da motivazioni spesso di pura cassa, lontane dalle finalità originarie di fornire compensazioni ai territori ospitanti gli impianti. Occorre quindi ridefinire il patto tra il fisco e il settore delle rinnovabili elettriche che, per effetto di tali misure, sta di fatto restituendo all’erario quanto pagato dai consumatori elettrici per incentivare l’energia green.

Azioni:

18. Estendere la possibilità di rimborsi IVA trimestrali alla vendita di energia (quale ristoro del meccanismo di reverse charge).

19. Approvare una serie di tabelle specifiche per le aliquote di ammortamento massime fiscalmente consentite per l’attività di produzione energia (in aggiunta all’idroelettrico e termoelettrico).

20. Introdurre regole nazionali per la determinazione della rendita catastale degli impianti a fonti rinnovabili.

21. Introdurre regole nazionali per la determinazione dei canoni e sovracanoni idroelettrici

8 – RINNOVABILI COMPETITIVE

Per alcune tecnologie (fotovoltaico e, in parte, eolico) la grid parity non è più un miraggio. E’ la conferma che il sistema di supporto adottato ha raggiunto, almeno in parte, l’obiettivo. Tuttavia, per la maggior parte delle fonti rinnovabili, il raggiungimento della competitività con le fonti fossili richiede ancora alcuni anni e un ulteriore sostegno che consenta il passaggio alla grid parity. Alcuni strumenti possono accelerare il raggiungimento di questo risultato, senza costi per il sistema elettrico: lo Scambio sul Posto, i Sistemi Efficienti di Utenza (SEU), contratti bilaterali di lungo periodo (es. 20 anni) tra i produttori di energia rinnovabile e gli acquirenti di energia (grossisti o altri soggetti); l’integrazione delle rinnovabili nel mercato elettrico attraverso una revisione delle regole.

Azioni:

22. Stabilizzare per almeno 5 anni il meccanismo dello Scambio sul Posto.

23. Favorire la concreta installazione dei Sistemi Efficienti di Utenza, introducendo la possibilità di avere più clienti e agevolando l’integrazione con sistemi d’accumulo.

24. Favorire i contratti bilaterali di lungo periodo.

25. Integrare le fonti rinnovabili nel mercato.

9 – RINNOVARE GLI IMPIANTI ESISTENTI

Gli strumenti di sostegno adottati in passato dal Governo italiano hanno consentito la creazione di un rilevante parco di generazione elettrica rinnovabile, che ha ormai superato i 50 GW di potenza elettrica installata ed è prossimo a coprire il 40% dei consumi lordi nazionali di energia elettrica. Purtroppo, recentemente, il Governo, con diverse misure (tra cui la più importante è lo “spalmaincentivi” per gli impianti diversi da quelli fotovoltaici), ha penalizzato il rinnovo e l’efficientamento del parco impianti nazionale: gli operatori non potranno realizzare quasi nessun intervento volto a migliorare la produttività o a rinnovare la tecnologia utilizzata, con il risultato che a fine carriera se ne perderà completamente la produzione.

Azioni:

26. Eliminare i divieti di interventi sugli impianti esistenti introdotti dallo “spalma incentivi” per gli impianti non fotovoltaici.

27. Introdurre semplificazioni autorizzative per la realizzazione di interventi di rifacimento e/o integrale ricostruzione degli impianti a fonti rinnovabili esistenti.

28. Prevedere un accesso facilitato ai futuri regimi di sostegno per impianti oggetto di rifacimento e/o integrale ricostruzione.

29. Prevedere prezzi minimi garantiti per gli impianti che continuano ad essere eserciti in assenza di incentivi, così come previsto da c. 8 art. 24 D.Lgs. 28/2011 (ancora in attesa di attuazione)

10. UN FUTURO PIU’ ELETTRICO E PIU’ EFFICIENTE

Nelle previsioni della Commissione Europea riportate nella Energy Roadmap come tendenza per il 2050 l’energia elettrica sarà la forma di energia maggiormente diffusa. E’ adatta ad alimentare prodotti di prossima larga diffusione quali auto elettriche, pompe di calore, piastre a induzione, anche grazie all’imminente adozione di tariffe elettriche non più progressive (come da DCO 34/2015/R/eel dell’AEEGSI), ma che vedranno ridursi il costo del kWh marginale consumato. L’incremento della mobilità elettrica, in particolare, avrà inoltre un notevole impatto nel contribuire alla riduzione della dipendenza dal petrolio e al miglioramento della qualità dell’aria nei centri urbani, favorendo inoltre virtuosi processi di innovazione e ricerca. Alla qualità della vita nei centri urbani possono inoltre contribuire moderni progetti di efficienza energetica elettrico-termica nei fabbricati, in cui combinare impianti di energia rinnovabile e di microcogenerazione con interventi di coibentazione e di riqualificazione energetica degli edifici tra cui un’attenzione particolare andrebbe posta alla sostituzione delle coperture in amianto con impianti fotovoltaici.

Azioni:

30. Introdurre forme di agevolazione fiscale (IVA agevolata, detrazioni IRPEF ecc.) e tariffaria per l’acquisto e l’utilizzo di auto elettriche, pompe di calore, cucine a induzione.

31. Incentivare la diffusione delle stazioni di ricarica delle auto elettriche e imporre standard uniformi.

32. Incentivare la mobilità elettrica nel trasporto pubblico locale.

33. Promuovere maggiormente l’efficienza energetica, estendendo a tutti gli interventi di efficientamento (compresi gli impianti di microcogenerazione e la sostituzione dell’amianto con impianti fotovoltaici) le norme di favore oggi in vigore (semplificatorie, fiscali, edilizie).