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Segnali di ottimismo per il minieolico italiano

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Un 2014 con buoni risultati per il minieolico italiano: mentre il mercato dei grandi aerogeneratori si è quasi fermato, per le turbine sotto ai 200 kW la crescita ha portato ad un cumulativo di 55,6 MW in 964 impianti. A Solarexpo in un convegno organizzato da CPEM si è fatto il punto della situazione. Non preoccupa l’andamento del contatore.

Fonte: QualEnergia.it

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Il settore del minieolico fino a 200 kW raggiunge nuovi importanti traguardi. È quanto emerge nel convegno CPEM: “Il minieolico verso una nuova fase di crescita” che si è tenuto la mattina del 10 aprile 2015 a Solarexpo-The Innovation Cloud. Carlo Buonfrate, presidente del CPEM, associazione nazionale del minieolico, ha presentato i dati aggiornati del GSE sul settore dell’eolico di taglia fino a 200 kW. La potenza installata in Italia a gennaio 2015, in base sia al DM del 18/12/2008 che al DM del 6/7/2012, risulta pari a 55,6 MW con 964 impianti. Con riferimento agli impianti fino a 60 kW, la potenza scende a 32,4 MW con 817 impianti.

Sempre da fonti GSE, si specifica che gli impianti minieolici entrati in esercizio nel 2014 sono stati 564 con 34,5 MW: in particolare le mini turbine installate tra 1 e 20 kW erano pari a 145 con 1,48 MW con taglia media di 10 kW, quelle tra 20 e 60 kW erano 342 con 19,10 MW e taglia media di 56 kW, e quelle da 60 a 200 kW erano 77 con 13,9 MW, e taglia media di 181 kW.

Nel convegno si è fornita una fotografia del mercato anche in termini di costi:

Dal presidente del CPEM è anche arrivata una nota di ottimismo circa il futuro del settore. Il trend del contatore delle rinnovabili non fotovoltaiche, sulla base delle disponibilità residue di 80 milioni di euro a fine febbraio 2015, dovrebbe infatti garantire gli incentivi agli impianti ad accesso diretto, per buona parte del 2015, in attesa che entro l’estate venga varato il nuovo DM che dovrebbe estendere la copertura degli incentivi a tutto il 2016.

Per l’associazione nazionale del minieolico l’aspetto negativo del mercato al momento è rappresentato dalla incontrollata diffusione sul nostro territorio di macchine usate e rigenerate che rischia di compromettere la reputazione del settore. "Il CPEM è da sempre contrario all’incentivazione da parte del GSE di questi aerogeneratori e porterà avanti una campagna che, salvo rare eccezioni, ne limiti l’accesso agli incentivi", ha detto Buonfrate.