Scegliere le rinnovabili per salvare il Pianeta? Non esattamente. La città di Georgetown, nel cuore del Texas, ha deciso di abbandonare le fonti fossili entro il 2017.
Il motivo? Il carbone costa troppo e l’acqua scarseggia: meglio, allora, puntare su solare ed eolico, che non consumano acqua e che consentono di produrre elettricità a costi inferiori.
Si può puntare su tecnologie ed energie pulite per rispetto del Pianeta, per lungimiranza oppure, come insegna il caso di Georgetown, con i suoi 54.000 abitanti e le sue case vittoriane, per ragioni di opportunità. In uno Stato americano, il Texas, da sempre feudo del Partito Repubblicano – che mette in dubbio la realtà stessa dei cambiamenti climatici, bollandola come un’invenzione liberal -, una città che abbandona le fossili per abbracciare le rinnovabili non può che fare scalpore. Ma le autorità locali si sono affrettate a spiegare che la scelta non ha nulla a che vedere con l’ambiente.
"Sono stato definito un clone di Al Gore, un ambientalista sfegatato. Ma sono, con ogni probabilità, la cosa più lontana da Al Gore che si possa trovare." – puntualizza a riguardo Jim Briggs, City manager ad interim di Georgetown – "Non l’abbiamo fatto per salvare il mondo, ma per ottenere prezzi competitivi e ridurre i rischi per i consumatori."
"No, il nostro consiglio municipale non è stato conquistato da zeloti ambientalisti, e con la nostra mossa non vogliamo prendere posizione su fracking o cambiamenti climatici." – gli fa eco il sindaco Dale Ross, in un articolo comparso su di Time – "La nostra scelta di puntare su eolico e solare è dettata dal business e basata su considerazioni legate ai costi e alla stabilità dei prezzi."
"I contratti stipulati dalla città con i produttori di energia eolica e solare ci permetteranno di acquisire elettricità all’ingrosso a prezzi inferiori rispetto ai contratti precedenti." – prosegue il primo cittadino – "Questi accordi di lunga durata prevedono l’acquisto di energia a costo fisso, consentendo alla città di evitare sia la volatilità dei prezzi che i costi di regolamentazione che verosimilmente avremmo dovuto affrontare se avessimo continuato ad utilizzare elettricità derivata dalla combustione di fonti fossili. Con i costi per l’energia bloccati sul lungo periodo, possiamo mantenere prezzi per l’elettricità competitivi e prevedibili fino al 2041."
La principale utility per l’energia della città texana ha infatti stipulato degli accordi con due produttori di energie rinnovabili, la EDF Renewable Energy e la Sun Edison, per acquisire elettricità a costo fisso, rispettivamente per i prossimi venti e venticinque anni. In questo modo, la bolletta energetica sarà più leggera e si risolveranno almeno in parte i problemi legati all’approvvigionamento di acqua.
Gli impianti a carbone, infatti, sottraggono importanti quantità di acqua all’agricoltura e alle persone, contribuendo a rendere questo bene primario sempre più scarso, in un’area geografica spesso soggetta a ondate di siccità.
La svolta rinnovabile di Georgetown è stata possibile anche perché il Texas è da tempo uno Stato leader per quanto riguarda la produzione di energia eolica. E, di recente, anche il solare sta vivendo un autentico boom, con il moltiplicarsi dei progetti. Le rinnovabili, insomma, crescono e diventano competitive. Con buona pace della politica.