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Ue. Eurolandia riattacca la spina. Parte la sfida nelle rinnovabili. Calore, la conversione al Gpl

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SCH02 SCHWERIN (ALEMANIA) 18.06.08 Una bombilla de tungsteno sobre una bandera de la Unión Europea en Schwerin (Alemania), el 18 de junio de 2008. La Comisión Europea pretende prohibir las bombillas convencionales a partir de febrero de 2009, según informaciones aparecidas en el 'Rheinische Post'. La Comisión busca la eficiencia energética con las bombillas de bajo consumo para reducir las emisiones de CO2. La nueva norma será efectiva en 2008, pero la prohibición legal se implantará de forma paulatina. Las bombillas de tungsteno deberán desaparecer de Europa a mediados de la próxima década. EFE/Jen Buettner
Mille miliardi di investimenti entro il 2020. Obiettivo, emissioni tagliate del 40% E riduzione dei 400 miliardi di costi per l’ importazione dei combustibili fossili

Fonte: Corriere della Sera/Corriere Economia

Autore: Elena Comelli

L’Europa vuole diventare un continente dove l’energia sia libera di attraversare i confini, aumentare l’efficienza e ridurre la dipendenza dall’estero, attraverso la diversificazione delle fonti. L’Unione Energetica è «il progetto europeo più ambizioso in questo importante settore dai tempi della Comunità per il carbone e l’acciaio», secondo il vicepresidente della Commissione Maros Sefcovic, e sarà al primo punto all’ordine del giorno nel vertice dei capi di Stato e di governo del 19-20 marzo. Obiettivo: integrare i 28 sistemi nazionali e diventare leader mondiale delle fonti rinnovabili.

L’Unione Europea è il più grande importatore di energia nel mondo: il 53% del nostro fabbisogno ci arriva dall’estero, per un costo annuale di circa 400 miliardi. Non a caso i prezzi all’ingrosso dell’elettricità e del gas sono più elevati, rispettivamente, del 30% e del 100% rispetto a quelli praticati negli Usa. Per abbassarli, è necessaria una migliore integrazione del mercato interno e una maggiore solidarietà negli approvvigionamenti, oltre a una minore dipendenza dai combustibili fossili, grazie allo sviluppo delle rinnovabili. Ciascuno Stato membro sarà libero di scegliere il proprio mix energetico, ma il passaggio a un’economia a basso contenuto di carbonio «è inevitabile», dice Miguel Arias Canete, commissario per Energia e Clima.

Le linee guida del piano sono il completamento del mercato unico, l’aumento della sicurezza energetica, una maggiore efficienza, la riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili e sforzi più intensi per la ricerca di nuove fonti di energia. Si tratta di obiettivi ambiziosi, alla luce delle differenti dinamiche dei mercati energetici nazionali, da una Germania che, uscendo dal nucleare dipende sempre più dal gas russo, a una Gran Bretagna che torna invece a puntare sull’atomo a causa dell’esaurimento dei giacimenti del Mare del Nord, fino a una Polonia che soddisfa larga parte del suo fabbisogno con il carbone estratto dal proprio suolo. Per questo il rapporto della Commissione parla di una «trasformazione radicale del sistema energetico europeo», che richiederà investimenti in infrastrutture e nello sviluppo di nuove risorse destinati a superare i mille miliardi di euro entro il 2020.

Al primo punto del piano di Bruxelles c’è la libertà dell’energia di attraversare le frontiere, che verrà equiparata a una quinta libertà di movimento. Una rete interconnessa permetterebbe un risparmio per i consumatori fino a 40 miliardi all’anno. Ma ben dodici Stati su 28 (fra cui l’Italia) non rispettano l’obiettivo minimo d’interconnessione con le reti dei Paesi vicini, pari ad almeno al 10% della capacità di produzione interna di elettricità, fissato per il 2020. Con la realizzazione di 137 progetti di collegamento individuati dalla Commissione, i Paesi fuori target si ridurranno a due, Spagna e Cipro.

Borse interconnesse

Un primo passo è stato già compiuto a febbraio, con l’«allineamento» delle interconnessioni elettriche tra Italia, Francia, Austria e Slovenia, che hanno sincronizzato le Borse elettriche. Il cuore del sistema è un algoritmo, Euphemia, in grado di calcolare simultaneamente i prezzi sui mercati del giorno prima in tutti i Paesi coinvolti. Euphemia equilibrerà domanda e offerta, indirizzando i flussi energetici nel modo più conveniente possibile fra le sette Borse elettriche europee — tra cui il Gestore dei mercati energetici italiano — che aderiscono al sistema, consentendo agli operatori di scegliere il megawattora a minor costo, nell’ambito di una vasta zona geografica. L’altro punto importante è la sicurezza energetica: per ridurre la dipendenza da singoli fornitori, Bruxelles promuoverà l’acquisto comune di gas e la trasparenza sui contratti, oltre all’istituzione di una clausola di solidarietà in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento.


Geopolitica
Vista la tensione con la Russia, che fornisce un terzo del gas consumato in Europa (sei Paesi dipendono da Mosca per le loro forniture) la Commissione intende sottoporre a verifica gli accordi bilaterali, proponendo «opzioni per assicurare che la Ue parli con una sola voce nei negoziati con i Paesi terzi». Nell’ottica della diversificazione e dell’indipendenza energetica, poi, un ruolo chiave è giocato dalle rinnovabili: Bruxelles punta a diventare leader mondiale in questo settore.

Entro il 2030 l’Ue mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno del 40%, a raggiungere il 27% di energia prodotta da fonti rinnovabili e a migliorare l’efficienza almeno del 27%. Le imprese europee delle fonti pulite hanno ricavi annui di 129 miliardi di euro e più di un milione di addetti. La sfida è conservare il ruolo guida dell’Europa negli investimenti globali. Ma non sarà semplice competere con la concorrenza cinese.