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Appalti Enel, sul piatto ci sono 45 milioni di euro

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Martignoni: «Abbiamo chiesto che le ricadute dell’indotto fossero a beneficio delle imprese locali, quei soldi servono al territorio». L’azienda prova a ricucire.

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Pontedera

Autore: Rino Bucci

Da entrambe le parti c’è la volontà di riaprire il confronto, restano però distanti le posizioni. Soprattutto quelle dei sette sindaci dei Comuni geotermici (Pomarance, Castelnuovo, Monterotondo, Radicondoli, Monteverdi, Montieri e Chiusdino) che martedì pomeriggio si sono alzati e hanno lasciato il tavolo di confronto con Enel Green Power. «Un tavolo che è aperto da cinque anni – spiega il sindaco di Pomarance Loris Martignoni – e che non ha prodotto risultati significativi». In ballo c’è il futuro occupazionale di un territorio che, in materia di risorse, ha dato molto alla multinazionale dell’energia. Le richieste. La parola chiave si chiama indotto. «Dagli anni ’90 ad oggi – continua il primo cittadino – la portata occupazionale di Enel è passata da 1.600 a 600 unità. Sono spariti mille posti di lavoro che sono stati esternalizzati. Il nostro obiettivo è recuperare la capacità occupazionale coivolgendo le imprese nell’indotto. Per quanto ci riguarda, si tratta di una battaglia vitale per le sue ricadute e per far vivere il comprensorio in termini di numeri e di servizi». In pratica, i primi cittadini chiedono che negli appalti Enel si attivi per utilizzare le imprese locali e non quelle in arrivo da fuori, «nel rispetto delle normative e della legge», precisa Martignoni. Ad oggi, secondo un calcolo sommario, solo un quinto degli appalti di Enel sono in mano a società radicate sul territorio. I numeri. In ballo ci sono cifre importati che da sole potrebbero coprire quasi un intero bilancio comunale. Si stima che in capo ad un anno il peso per gli appalti distribuiti da Enel sia pari a circa 90 milioni di euro. Di questi quasi la metà vanno a ditte altamente specializzate come la Ansaldo; si tratta di soldi che difficilmente potranno essere intercettati dal territorio. Resta un tesoretto da 40 milioni che i sindaci geotermici cercano di far ricadere sul comprensorio. «Servirebbero per dare una nuova linfa all’economia locale», spiega il sindaco. Addirittura per i primi cittadini le risorse intercettabili sarebbero anche superiori, pari a circa 60 milioni. Va detto che Enel versa circa 30 milioni di euro l’anno alle dieci amministrazioni su cui insistono le centrali per lo sfruttamento delle concessioni. Il tavolo. Nella trattativa con Enel i sindaci dei Comuni geotermici hanno messo anche sul piatto il fatto che molte società esterne, arrivate da fuori, si sono aggiudicate gli appalti con ribassi superiori al 50 per cento. «Il che non solo danneggia le imprese locali ma la stessa multinazionale», spiegano gli amministratori. Nei prossimi giorni si cercherà di ricucire lo strappo e rinsaldare un confronto che non ha prodotto risultati apprezzabili. La rottura potrebbe avere conseguenze negative per entrambe le parti e non solo per le aziende del posto, visto che molti interventi strutturali richiesti da Enel Green Power dovranno passare dai vari consigli comunali.