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La Geotermia li salverà dalle scorie nucleari?

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In Francia gli ecologisti contestano la localizzazione per il deposito nazionale delle scorie delle centrali nucleari perché comprometterebbe la risorsa geotermica di Bure, nel bacino della Mosa-Marna.

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

La magistratura non si è ancora pronunciata, ma gli attivisti ecologisti francesi scaldano i muscoli. Mancano ancora pochi giorni e inizierà il processo (la prima udienza è fissata a Nanterre il 27 marzo) che viene vissuto come il cavallo di Troia che potrebbe risolvere (o affossare) una questione molto spinosa per i nostri cugini d’oltralpe.

Nella primavera del 2013, sei gruppi anti-nuclearisti francesi avevano denunciato per "responsabilità per cattiva condotta" l’Agenzia Nazionale per la Gestione dei Rifiuti Radioattivi (Andra), accusandola di avere deliberatamente nascosto il potenziale delle "risorse geotermiche" presenti a Bure, una zona rurale scarsamente popolata ai confini della Mosa e della Haute-Marne, dove Andra propone di creare il futuro "centro di stoccaggio delle scorie radioattive" (Cigéo) dove localizzare -a 490 metri di profondità- gli scarti delle centrali nucleari francesi (attualmente sono attivi 58 reattori).

Gli attivisti di queste associazioni, riuniti sotto la rete Sortir du Nucléaire, hanno già fatto cortei di protesta nel mese di gennaio davanti all’Alta Corte di Nanterre, dove si terrà il processo dinanzi alla sesta Camera Civile, per far capire che non saranno tollerati ulteriori ritardi e rimandi. La lotta è in sede civile e di natura meramente simbolica sul lato sostanziale (le associazioni chiedono ciascuna appena 3.000 € di risarcimento) ma dall’alto valore formale. "L’obiettivo è principalmente quello di ottenere un riconoscimento emblematico di colpevolezza di Andra per dimostrare che non è infallibile e sa mentire" dice Antoine Godinot, geologo dell’associazione BureStop 55.

L’Autorità per la sicurezza nucleare (ASN), a suo tempo, nel dare le linee guida per la localizzazione del Centro nazionale di stoccaggio di scorie radioattive ha escluso che questo possa sorgere in località di "particolare interesse" per la geotermia. Anche per questo da più di 11 anni, le associazioni contrarie al progetto Cigéo tentano in tutti modi di dimostrare che proprio nel sottosuolo di Bure sia presente un’importante risorsa geotermica. Il loro avvocato, Stephen Ambroselli, sottolinea come "La credibilità di Andra è in gioco".

Da parte sua, Andra confuta le accuse di aver mentito circa il potenziale geotermico. In relazione agli studi del 2007-2008, "non ci sono eccezionali risorse geotermiche" nella zona intorno ai 30 km² del progetto Cigéo. L’Istituto per la protezione radiologica e la sicurezza nucleare (IRSN) ha stimato nel 2013, attraverso test, che il potenziale geotermico di Bure era presente ma tale da "non mettere in discussione la scelta del sito per la realizzazione del progetto Cigéo", almeno in base ai criteri della ASN.

La sfida degli antinuclearisti è nel contestare la precisione di questi studi, che si considerano incompleti, andando a richiedere test a profondità maggiori, perché nel 2013 un secondo parere da parte di Geowatt, una società di consulenza svizzera, aveva rafforzato i loro dubbi.

Il Governo, dopo molti anni di “dibattito pubblico” (una procedura di confronto molto più complessa delle nostre “inchieste pubbliche” in sede di VIA) , intervallato anche da proteste e manifestazioni, non ha ancora concesso il nulla osta finale sull’individuazione del sito a Bure, da un lato perché i costi stimati crescono anno dopo anno (siamo arrivati a trenta miliardi di euro, il doppio di quello inizialmente previsto) ma dall’altro anche la sentenza del Tribunale di Nanterre potrà incidere sul giudizio finale. In molti Paesi le bugie non sono tollerate.