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Crisi fotovoltaico UE: grandi aziende si spostano in Asia

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Fonte: greenstyle.it

Autore: Marco Mancini

 

L’industria fotovoltaica europea non vive i suoi giorni migliori. Per evitare che la crisi del settore sia irreversibile è necessario al più presto un cambiamento di rotta. A sostenerlo è Vincent Bes, amministratore delegato di Photowatt, una delle ultime aziende europee produttrici di solare fotovoltaico integrato.

Bes ha effettuato previsioni poco rosee per il futuro del solare fotovoltaico europeo, spiegando che il comparto, che da anni ormai è in crisi, si sta avviando verso la morte. Se non ci saranno dei cambiamenti sistematici nell’organizzazione della ricerca e dello sviluppo, l’industria manifatturiera fotovoltaica verrà completamente spazzata via.

Le previsioni di Bes potrebbero sembrare eccessivamente nefaste, se non fossero supportate da dati preoccupanti sulla delocalizzazione messa in atto da colossi dell’industria solare. Un nome su tutti: Hanwha Q CELLS che di recente ha spostato l’intera produzione di componenti fotovoltaiche dalla Germania alla Malesia.

Nei giorni scorsi un report della Frost & Sullivan aveva portato alla luce la crisi del fotovoltaico europeo che non sarà determinante nella crescita della capacità installata nei prossimi 10 anni, trainata soprattutto dalle economie emergenti. Per Bes l’Europa deve intervenire per salvare l’industria solare del continente dal collasso:

Abbiamo vinto la prima battaglia, che era quella di creare un’industria solare. Abbiamo perso la seconda battaglia mentre la Cina ha vinto tutto, non perché i cinesi fossero più intelligenti di noi, ma solo perché erano più ricchi e continueranno ad esserlo.

La soluzione proposta da Bes per risollevare l’industria solare europea è di unire tutti i centri di ricerca europea, evitando che i milioni di euro spesi ogni anno da ciascuna nazione nello sviluppo di nuove tecnologie fotovoltaiche vadano dispersi. Bes si chiede infatti a cosa servirà la ricerca fotovoltaica in Europa se non ci sarà più alcuna industria in cui mettere a frutto i progressi ottenuti in laboratorio.

Senza produttori fotovoltaici che acquistino i brevetti gli studi si trasformeranno infatti in sterili esercizi accademici. L’idea di Bes è di favorire la coordinazione tra i diversi centri di ricerca sparsi sul Vecchio Continente:

Un laboratorio potrebbe occuparsi delle celle, un altro dei lingotti di silicio, un altro ancora dei wafer solari. I centri di ricerca dovrebbero poi mantenere contatti più stretti con i produttori.

Oggi più che mai l’industria fotovoltaica europea ha bisogno di supporto per salvarsi dal collasso. In uno scenario politico ed economico estremamente precario, come quello che vive l’Unione, è infatti sempre più probabile che le grandi aziende scelgano di trasferire le loro attività in Asia, dove gli investimenti nelle rinnovabili sono maggiori e i costi produttivi sempre più bassi. Ne sa qualcosa l’Italia, dove negli ultimi anni sempre più aziende hanno preferito fuggire all’estero.