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Geotermia, aree off limits alle sonde in Trentino

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Presentata in Trentino la “Carta delle limitazioni per l’installazione di sonde geotermiche a circuito chiuso”. Resta comunque valido l’utilizzo di una tecnologia che fornisce energia “pulita”, fatte salve alcune precauzioni

Fonte: QuotidianoCasa.it

Autore: Quotidiancasa.it

Si chiama geotermia e si avvale di sonde geotermiche.

A volte basta scendere in profondità appena una decina di metri sotto la crosta terrestre per trovare una temperatura costante o quasi estate e inverno senza sostanziali differenze, con un aumento di tre gradi centigradi ogni 100 di profondità.
Per sfruttare il calore presente appunto sotto la superficie terrestre
è stata messa a punto da tempo, e ormai collaudata, la tecnica che
prevede l’impiego di sonde geotermiche a circuito chiuso che, senza estrarre acqua dal sottosuolo, ne recuperano però il calore e lo utilizzano per la produzione di energia pulita, sia per scaldare sia per raffrescare (invertendo il ciclo).

Si pone però il problema della progettazione delle sonde a regola d’arte, così come dello sfruttamento eccessivo del sottosuolo, con l’aggravante che a oggi non sono noti gli effetti, diretti o indiretti, sui giacimenti acquiferi.

Per tutti questi motivi la Giunta Provinciale del Trentino
ha posto precisi paletti per lo sfruttamento della tecnologia,
vietandone l’impiego in determinate aree, la cui determinazione è
riportata nella “Carta delle limitazioni per l’installazione di sonde
geotermiche a circuito chiuso”.

Sostanzialmente il divieto riguarda quattro tipologie di aree:

1. aree potenzialmente interessate da manifestazioni geotermiche, idrotermali o minerali già sfruttate e/o sfruttabili;

2. aree di rispetto idrogeologico delle sorgenti, dei pozzi e delle acque superficiali;

3. aree caratterizzate da frane superficiali, rotazionali, traslative e da deformazione gravitative profonde di versante (DGPV);

4. aree prossime a faglie sismiche presunte attive.