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Audizione alla Camera sulla Geotermia

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Legambiente ricorda l’importanza strategica di questa fonte ed esprime netta contrarietà alla sua declassificazione

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Si è tenuta mercoledì 7 gennaio in Parlamento l’Audizione delle Commissioni riunite Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati nell’ambito delle risoluzioni sulle questioni connesse alla produzione di energia da impianti geotermici, alla quale Legambiente ha partecipato fornendo il proprio contributo e depositando una memoria scritta (consultabile qui)

L’associazione ambientalista, plaudendo per l’interesse dimostrato dai nostri legislatori sulle tematiche della geotermia, ha ricordato innanzitutto come l’utilizzo di questa fonte rappresenti per l’Italia un’opportunità che dura ormai da 110 anni e di come il nostro Paese non possa permettersi di arrestare ricerca e sviluppo tecnologico in questo senso. Assume così carattere fondamentale ad oggi la questione della regolamentazione per il suo utilizzo all’interno del territorio italiano, anche considerata la crescente diffusione di nuovi impianti, come annualmente riportato dall’associazione nel “Rapporto Comuni rinnovabili”

In particolare Legambiente ha, rimarcandone l’urgenza, rinnovato la richiesta di emanazione di linee guida per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili, ed in particolare per quelli geotermici. Le Linee Guida, fondamentali per un corretto ed efficace sviluppo, dovranno in particolare chiarire due questioni. Innanzitutto definire in maniera chiara ed univoca i criteri per l’individuazione e la definizione, da parte delle Regioni, di aree che, a vario titolo (ambientale, paesaggistico, sismico, idrogeologico) non possano essere ritenute “idonee” allo sviluppo di queste tecnologie, tenendo conto delle rilevanti differenze oggi presenti tra impianti ad alta e a bassa entalpia.

In seconda battuta, le Linee Guida dovranno anche definire i criteri per la valutazione degli impatti ambientali sulla risorsa idrica, sul suolo e nell’atmosfera.

La rappresentante ambientalista durante l’audizione ha espresso netta contrarietà rispetto alla richiesta di riclassificazione delle fonti rinnovabili, e nello specifico di non considerare più tra le FER l’acqua sotterranea riscaldata da gradienti termici ma solo lo sfruttamento diretto del calore.

La questione centrale, secondo Legambiente, pur rimarcando l’attenzione fondamentale dovuta alla questione della tutela idrica, appare essere a monte, ovvero quella relativa ai criteri di progettazione degli impianti e di gestione delle risorse, in modo da consentire una puntuale e razionale valutazione degli impatti finali. Non è quindi rinviabile la definizione di parametri precisi di tutela, di bilancio idrico, sulle regole di reimmissione, su shock termici, ecc. Rinunciare all’uso dell’acqua sotterranea riscaldata da gradienti termici vorrebbe dire rinunciare ad un terzo del potenziale geotermico italiano, senza considerare che questo problema si pone anche su altre tecnologie (non da fonti rinnovabili) che utilizzano risorse idriche a vario livello. La soluzione non può essere, uno stop indiscriminato per tutti gli impianti, quanto lo sviluppo e la promozione di sistemi ed impianti sempre più efficienti dal punto di vista energetico e che rispondano sempre più alle esigenze di tutela ambientale.

Sul fronte degli aiuti economici, Legambiente ha tenuto a sottolineare la propria contrarietà al sistema di rimodulazione degli incentivi per gli impianti geotermici pilota (DM 6 luglio 2012) esprimendo nel contempo preoccupazione sulla possibilità di accedere ad incentivi maggiorati, come avviene all’articolo 27, comma 1 lettera b, (Dlgs 69/2013). Infine, sempre nel merito delle risoluzioni presentate dagli Onorevoli, l’associazione ritiene che non abbia senso una moratoria dei progetti pilota, quanto invece sia importante e urgente individuare regole certe e chiare per la valutazione degli impatti e delle ricadute ambientali, sociali ed economiche, ponendo la giusta attenzione alle criticità e alle soluzioni.