Home Cosvig L’editoriale: La parola ai soci di COSVIG

L’editoriale: La parola ai soci di COSVIG

1100
0
CONDIVIDI
Intervista a Jacopo Marini, sindaco di Arcidosso (GR)

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Con l’inizio del 2015, COSVIG inaugura una nuova stagione di “editoriali”, dando la parola ai Sindaci dei Comuni soci del Consorzio, per parlare del loro territorio, delle opportunità e dei limiti inerenti lo sfruttamento della risorsa geotermica. Iniziamo con Jacopo Marini, primo cittadino di Arcidosso, sul Monte Amiata.

Lei è stato appena eletto, pensa che sull’Amiata e nel suo comune in particolare il COSVIG stia facendo un buon lavoro? O comunque, cosa potrebbe fare di più?

Sicuramente il Consorzio sta facendo un buon lavoro per quanto riguarda la gestione del Fondo Geotermico, garantendo non solo l’erogazione materiale dei finanziamenti ma anche un adeguato supporto amministrativo e istruttorio. Lo sforzo è quello di riuscire, insieme ai comuni, ad avere una maggiore sinergia nell’individuazione delle scelte strategiche, con maggiore supporto tecnico progettuale. Anche sul versante della formazione, dato che il COSVIG è anche agenzia formativa, stiamo pensando ad un corso extrascolastico rivolto agli studenti dell’Istituto Professionale (l’ISIP di Arcidosso) per formare tecnici manutentori di impianti, creando figure professionali per le aziende del settore, visto che nel nostro territorio non sono presenti e la presenza di operai qualificati può essere sicuramente uno stimolo in tal senso.

Nel suo programma elettorale c’era la frase "la geotermia è un’opportunità, non un obbligo" Cosa intendeva e cosa intende esattamente?

La geotermia può essere una risorsa se integrata con le caratteristiche del territorio in cui è presente, quindi se non crea problemi all’ambiente e alla salute. Gli studi ad oggi disponibili ci fanno dire che questa fonte non è impattante, quindi può essere un’opportunità, e non mi riferisco solo alle ricadute positive sul versante occupazionale e di sviluppo economico ma anche di approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili, per le quali sia l’Amiata in particolare che la Regione Toscana in generale, sono all’avanguardia. L’energia serve a tutti e da qualche parte deve essere prodotta. Ad esempio, Bagnore 4 rappresenta un’eccellenza mondiale sulla geotermia ad alta entalpia. Nel nostro territorio ci sono eccellenze anche in altri ambiti, smettiamo di fare i catastrofisti, bisogna essere anche orgogliosi di ciò che è fatto bene. Sono finiti i tempi in cui, anche grazie all’impegno della Regione, gli enti locali subivano passivamente. Adesso Enel nel non viene a depredare una risorsa ma si confronta con il territorio, offrendo una serie di garanzie, non solo compensative a livello economico ma anche e soprattutto di investimenti per ridurre l’impatto ambientale delle centrali.

Nel Comune di Arcidosso non ci sono centrali, eppure sembra viva una certa recrudescenza e ostilità da parte dei Comitati anti-geotermia. Per quale motivo secondo lei?

Beh, è vero che non ci sono le centrali ma sul nostro territorio sono presenti alcuni pozzi. Ma ritengo che la preoccupazione maggiore per i comitati sia la questione dei venti dominanti che, secondo loro, farebbero si che i fumi si riversino nel nostro comune. Mentre nella vicina Santa Fiora c’è un rapporto con la geotermia consolidato storicamente, ad Arcidosso la tematica è più recente e quindi c’è più diffidenza. I comitati hanno svolto sicuramente un ruolo importante di stimolo, tenendo alta la guardia ma a volte, per colpa di certi personaggi, si raggiunge l’incomunicabilità e quindi si arriva anche allo scontro. Questa polemica, spesso fine a se stessa, sta rischiando di diventare controproducente per gli stessi comitati, sono molti i miei concittadini che ne stanno prendendo le distanze, del resto se si continua a mettere in cattiva luce il territorio che si vorrebbe invece proteggere e valorizzare, si rischia l’effetto opposto, terrorizzando ingiustificatamente non solo i residenti ma anche i turisti o gli imprenditori disposti a investire in questa zona.

Come sono investiti i finanziamenti del fondo geotermico nel suo comune?

Fondamentalmente in opere pubbliche strategiche per fare da volano di sviluppo, anche attraverso la compartecipazione con altri fondi (regionali), comunque progetti di area. Pensiamo ad esempio alla creazione di un’area produttiva nei pressi delle centrali che possa consentire alle aziende di abbattere sensibilmente i costi energetici. L’altro filone di investimenti deve interessare le politiche ambientali. Abbiamo intenzione di puntare, ad esempio, sulla raccolta differenziata spinta, che costa molto di più rispetto ai sistemi tradizionali. In questo caso è necessario che i comuni geotermici facciano da stimolo anche nei confronti delle altre amministrazioni del versante grossetano del Monte Amiata, sostenendo le maggiori spese anche utilizzando appunto una parte del fondo sulla geotermia. Oltre a questo io penso che si debba intensificare la valorizzazione delle aree protette e perseguire politiche urbanistiche legate al recupero del patrimonio edilizio esistente piuttosto che favorire nuove volumetrie.