I comuni geotermici fanno gruppo in difesa dell’energia alta entalpia. Sono sette: Pomarance, Castelnuovo Valdicecina, Monteverdi, Montieri, Monterotondo Marittimo, Piancastagniaio e Chiusdino in provincia di Siena. Obbiettivo: convincere la Regione ad apportare delle modifiche in materia di geotermia al Piano Ambientale Energetico Regionale, che sarà discusso a Firenze il 10 dicembre e approvato a breve.
I “sette ribelli” hanno sottoscritto delle osservazioni condivise che hanno fatto pervenire all’assessore all’ambiente Annarita Bramerini. Ciò che preoccupa i comuni geotermici sono le previsioni strategiche in fatto di produzione di energia, nello specifico di energia geotermica, che escono fuori dal piano fin’ora elaborato. Allo stato attuale, il piano regionale, secondo le amministrazioni geotermiche non sembra prendere in considerazione l’elevato grado di importanza che l’energia ad alta entalpia riveste per queste zone.
Nelle osservazioni sottoscritte dai sindaci si evidenzia che «preme ribadire con forza che la Geotermia è fondamentale per lo sviluppo delle nostre zone pur, ovviamente, nel rispetto della compatibilità ambientale e sanitaria, peraltro già assicurata dall’enorme mole di studi fatti. In realtà il Paer indica l’obiettivo di incrementare considerevolmente la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, ma demanda il raggiungimento di questo obiettivo quasi esclusivamente all’utilizzo delle basse e medie entalpie». Ricordiamo che, sostanzialmente, nelle aree geotermiche, per la produzione di energia viene utilizzata l’alta entalpia (in breve, fluidi ad una temperatura superiore ai 150 gradi) da circa un secolo.
«Il Paer indica l’obiettivo di incrementare considerevolmente la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, ma demanda il raggiungimento di questo importante obiettivo quasi esclusivamente all’utilizzo delle basse e medie entalpie – sottolineano i sindaci – la sostanziale marginalità a cui viene relegata in questo modo la geotermia ad alta entalpia ci sembra fuori luogo alla luce dei seguenti dati di fatto: ad oggi non esiste nessun pozzo perforato e caratterizzato che dia la certezza di poter reperire la risorsa determinata come media entalpia; ad oggi non esiste alcun impianto funzionante che offra l’esempio concreto di fattibilità dei progetti auspicati; da nessuno dei permessi di ricerca accordati è derivato un risultato concreto in ordine al reperimento della risorsa». E chiudono. «È azzardato basare il piano di sviluppo energetico basandosi su un risorsa che non è quantificabile e di cui non sono accertabili le potenzialità».