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Soluzioni per i finanziamenti e quadro di riferimento normativo per i teleriscaldamenti geotermici

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Se ne è parlato nella seconda e terza sessione dell’evento conclusivo di GeoDH, il progetto volto a promuovere la diffusione dei teleriscaldamenti geotermici in 14 paesi europei,che si è svolto a Bruxelles il 22 e 23 settembre

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

La seconda sessione della “Conferenza europea sui teleriscaldamenti geotermici” si è tenuta nell’ambito dell’evento conclusivo del progetto GeoDH che ha riunito a Bruxelles, il 22 e 23 settembre, più di cento partecipanti provenienti da enti pubblici ed imprese del settore di tutta Europa.

La tavola rotonda dedicata al finanziamento dei teleriscaldamenti geotermici, cui hanno partecipato Elianne Demollin (NZUID, Netherlands), Maud Skaringer (EC-DG Politiche Regionali), Morten Hofmeister (Green Energy, Denmark) e Padraig Hanly (GT energy, UK), è stata introdotta da Christian Boissavy, dell’Associazione Francese Professionisti della Geotermia (AGPG), partner francese di GeoDH.

Christian Boissavy ha presentato utili soluzioni per il finanziamento dei teleriscaldamenti geotermici, sottolineando la necessità di adattare gli impianti alle temperature medio-basse, per aumentarne l’efficienza energetica e per renderli adatti nelle situazioni in cui il calore geotermico non raggiunge temperature elevate. Situazione che si riscontra in molte regioni d’Europa.

I relatori intervenuti hanno poi presentato i principali modelli di business adottabili per far aumentare la competitività sul mercato dei teleriscaldamenti geotermici.

Riguardo agli incentivi europei, Maud Skaringer (CE-DG Politiche Regionali) ha illustrato le principali misure di supporto ai teleriscaldamenti geotermici presenti in Europa ed ha segnalato la particolare attenzione, soprattutto per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione, rivolta dalle istituzioni al settore del riscaldamento e raffrescamento da rinnovabili termiche.

Tra le criticità emerse a margine di questa sessione la questione delle micro-reti di teleriscaldamento, il tema dell’utilizzo di risorse geotermiche superficiali che presentano un rischio minerario ridotto e la necessità di un’assicurazione a copertura di tale rischio per le risorse profonde.

La terza sessione del pomeriggio è stata dedicata agli aspetti normativi legati ai sistemi di teleriscaldamento geotermico. Nella tavola rotonda, coordinata da Mariana Ivanova (UBBSLA, Bulgaria) e a cui hanno partecipato Eva Hoos (EC-DG Energy), Beata Kepinska (PASMEERI, Polonia) Lorenzo Spadoni (AIRU, Italia) e David Charlet (IDEA, Belgio), si è discusso del ”Quadro Normativo sui Teleriscaldamenti Geotermici in Europa” preparato nell’ambito di GeoDH.

Il documento (disponibile nella sezione Library sul sito GeoDH) costituisce un utile strumento di supporto ai decisori politici, affinché possano attuare misure adeguate a sviluppare una valida regolamentazione e a semplificare le procedure autorizzative.

Lorenzo Spadoni, vicepresidente di AIRU, dopo una breve presentazione sullo stato dell’arte dei teleriscaldamenti geotermici in Italia, ha illustrato il caso studio della regolamentazione delle reti di distribuzione del calore nel nostro paese, evidenziandone le criticità.

Spadoni ha rilevato la “mancata attuazione” italiana della direttiva sull’efficienza energetica (2012/27/UE), poiché le norme attuative (Dl 104/2014) travisano la definizione di teleriscaldamento efficiente inizialmente descritta dalla direttiva e riducono le risorse a disposizione per lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento.

Nelle norme attuative, il fondo di garanzia per i teleriscaldamenti previsto nel precedente Dl 28/2011 è diventato, secondo Spadoni un «fondo nazionale per l’efficienza energetica».

Il vicepresidente di AIRU ha quindi sottolineato che «sebbene il settore dei teleriscaldamenti in Italia abbia subito negli ultimi anni un forte incremento e le utenze delle reti alimentate da fonti rinnovabili beneficino di crediti d’imposta e riduzione dell’IVA al 10%, le incertezze introdotte dai recenti sviluppi della normativa di riferimento, in parte ancora in fase di definizione, possono influenzare negativamente i futuri investimenti nel settore».