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Rivoluzione led nelle luci stesso numero di lampade risparmio di dieci milioni

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A Milano l’obiettivo è cambiare i 141.963 lampioni entro agosto il consumo di energia sarà tagliato del 52 per cento

Fonte: La Repubblica – Milano

Autore: ILARIA CARRA

L’INTENSITÀ di luce resta la stessa. Ma con un risparmio di 10 milioni, pari al 30 per cento, sulla bolletta nel 2015, e di un altro 3 per cento nel 2016, quando dai 42 milioni di oggi il costo scenderà a 29 milioni. La trasformazione dei lampioni pubblici, da tradizionali a led, avrà questo effetto sulle casse pubbliche. Sono già oltre 40mila le ecoluci installate in città, da viale Forlanini alla zona Sempione, alla vecchia Fiera. L’obiettivo è di sostituire tutte le 141.963 lampade entro agosto, ed essere la prima grande città italiana tutta a led. Il progetto è di A2a, che spenderà 38 milioni in due anni.
L’indicazione al cambiamento era arrivata da Palazzo Marino a dicembre. L’operazione consente un risparmio notevole nel consumo di energia, di quasi il 52 per cento rispetto alle normali lampadine. La luce a led, che sta per Light emitting diodes, sfrutta la capacità dei diodi di emettere luce al passaggio di corrente. Azzera la presenza di mercurio e altri inquinanti presenti nelle vecchie lampade. La sua diffusione in città sarà dell’80 per cento entro Expo, del cento per cento a fine estate 2015. E farà calare l’energia consumata, da 114 milioni di kilowattora, pari a quanto consumano 42mila appartamenti, a 55milioni, la quantità che illumina 20mila appartamenti.
I led, che fanno una luce più bianca e mirata, già illuminano alcune vie, ci sono a Bonola, al Forlanini. «Abbiamo iniziato dalla zona Ovest, quella di Expo, e poi ci estenderemo verso il centro, dove gli interventi non saranno invasivi rispetto alle esigenze di tutela artistica e architettonica», spiega il presidente di A2a, Giovanni Valotti. «L’indicazio- ne a livello nazionale era di ridurre le luci ma noi facciamo la spending review con l’innovazione tecnica, mantenendo la stessa qualità dell’illuminazione», spiega l’assessore all’Ambiente, Pierfrancesco Maran, replicando alle osservazioni del commissario Cottarelli che aveva individuato tra gli sprechi da tagliare quello della spesa per l’illuminazione pubblica, indicando proprio in Milano una città con troppi punti luce (uno ogni 9,4 abitanti contro i 15,6 di Berlino).
Che Milano sia «sovrailluminata» lo denunciano però anche alcuni esperti. Per Diego Bonata, ingegnere aerospaziale esperto di inquinamento luminoso, «Milano ha sempre troppo sovrailluminato, troppa potenza, la città è almeno fuori di due volte le leggi in materia». E sul led fa dei distinguo: «Ha tanti costi iniziali e costi manutentivi alti — dice — l’ideale sarebbe mettere un città un mix di tecnologie, comprese quelle al sodio che durano più di 12 anni e hanno costi bassissimi. In più sarebbe ideale differenziare il colore della luce, per non appiattire la città. Infine per il Comune sarà bene che le spese per il ricambio degli alimentatori, che durano 6 anni, siano a carico di A2a se no saranno guai». Il centrodestra vede positivamente l’iniziativa, ma invita a fare di più: «Ci auguriamo che Valotti nell’affrontare il piano industriale di A2A voglia condividere un progetto sull’efficientamento energetico degli edifici — chiede il capogruppo di Forza Italia in Comune, Pietro Tatarella — per abbattere del 40 per cento i costi per gli uffici pubblici».