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A Veli Lošinj, Croazia, è di scena la geotermia

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La Croazia sta studiando il proprio potenziale geotermico e ha ospitato un Workshop su “Stato e futuro dell’energia geotermica nella zona dell’Adriatico”

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’Università degli Studi di Trieste e l’Unione Geotermica Italiana (UGI), in collaborazione con il Comitato Scientifico e Organizzativo della XIV Conferenza Internazionale ECSAC di Scienza e Cultura hanno promosso un Workshop che si è tenuto a Veli Lošinj (Lussino) dal 25 al 27 agosto.
L’isola della costa croata è stata dunque per tre giorni  il teatro di incontri tra esperti di istituti di ricerca, specialisti del settore di rilievo nazionale e internazionale, pubbliche amministrazioni, professionisti, operatori, studenti, che hanno discusso sullo stato e le prospettive  di sviluppo degli usi geotermici nella vasta area adriatico-ionica.
L’iniziativa, organizzata con la direzione scientifica di Franco Bradamante, dell’European Centre for Science Arts and Culture, Bruno Della Vedova, dell’Università di Trieste e dell’UGI e di Andrea Vacchi, della Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze (FIT), voleva porre al centro dell’attenzione la risorsa geotermica e le sue applicazioni, i progetti in corso di perfezionamento, nonché le prospettive di sviluppo e di integrazione degli usi geotermici diretti, in una prospettiva transfrontaliera e multidisciplinare.
La Croazia, come nuovo Stato membro dell’Unione Europea,  proprio recentemente ha ottenuto le risorse dalla Commissione Europea per la realizzazione di un progetto per una centrale geotermica, nell’ambito del programma NER 300, così chiamato perché finanziato con la vendita di 300 milioni di quote di emissione tratte dalla riserva per i nuovi entranti, creata per la terza fase del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE.
La Croazia attualmente non produce abbastanza energia per il proprio fabbisogno, ed è infatti il terzo maggior importatore d’energia in Europa. Solo il 13,3% dei consumi energetici croati è prodotto con fonti energetiche rinnovabili -di cui 49% proviene da fonti idroelettriche, il 41% da biomasse e solo l’1,8% da risorse geotermiche- ma l’obiettivo è di raggiungere il 35% del proprio fabbisogno con fonti rinnovabili entro il 2020.
Secondo un documento redatto nell’ambito di un programma europeo di cooperazione transfrontaliera (2007-2013) la Croazia ha notevoli risorse geotermiche e questo potrebbe essere un asse importante per lo sviluppo della politica energetica che ha come obiettivo il raggiungimento della sicurezza degli approvvigionamenti, la competitività e la sostenibilità del sistema energetico.
Nel 2007, la capacità termica complessiva del sottosuolo croato era pari a 113,9 MWt dei quali 36,7 MWt sono stati utilizzati per il riscaldamento. Gli impianti producono circa 681,7 TJ / anno (189 GWh). Secondo una recente analisi ci sono ricche fonti di energia geotermica soprattutto nella zona della contea di Karlovac. L’area di Recica è la fonte più ricca di acqua geotermica, con una temperatura di 141 gradi Celsius, sufficiente per il funzionamento  di un impianto geotermico.
Entro il 2020 la Croazia prevede la realizzazione di  impianti geotermoelettrici per una potenza pari a 20 MW di energia elettrica generata che dovrebbero diventare 30 MW entro il 2030.