Il termine, infatti, scade il 25 maggio. A disposizione, ricorda il
ministero, dieci milioni di euro per cofinanziare, fino a un massimo
del 50% dei costi, “studi e ricerche nel campo ambientale e delle fonti
di energia rinnovabile destinate all’utilizzo per i mezzi di
locomozione e per migliorare la qualità ambientale all’interno dei
centri urbani”.
Tre le aree di intervento: l’incremento dell’efficienza energetica
negli usi finali e l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile con
particolare riguardo alla riduzione delle emissioni inquinanti in aree
urbane; la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno da
fonti di energia rinnovabili; i sistemi di locomozione e le
infrastrutture dedicate, sempre per il miglioramento della qualità
ambientale nelle aree urbane.
Il costo complessivo di ogni progetto dovrà essere non inferiore ai
300.000 euro e non superiore ai 3.000.000. Altre informazioni sono
disponibili sul sito del ministero (www.minambiente.it) nella sezione
“News”.
«Con questo bando – osserva il ministro dell’Ambiente Stefania
Prestigiacomo -, investendo nell’efficienza energetica e nelle fonti
rinnovabili, si punta a migliorare la qualità dell’aria delle nostre
città, parte essenziale della battaglia globale sul clima. Scegliere
l’energia sostenibile è per il nostro Paese non più un’opzione ma una
necessità: è questa la strada intrapresa dal governo. E su questa
strada la green economy italiana sta muovendo numerosi passi avanti che
iniziative come questa rendono ancora più decisi e vigorosi».
A sentire il ministro Prestigiacomo fare queste (assai condivisibili)
ci viene spontanea una osservazione: che bel cambio di linguaggio in
pochi mesi, da quando l´Italia si opponeva al pacchetto 20-20-20
dell´Ue e diceva che andar dietro alla green economy avrebbe
danneggiato la nostra economia e la competitività italiana, pensare che
era appena dicembre… Poi, però, è arrivato Obama, la Fiat ha
conquistato le fallite e “old” gigantesche imprese americane e la crisi
ha fatto il resto. Una conversione, dunque, quella della Prestigiacomo
senza autocritica e senza ammettere alcun errore di valutazione e
strategia… insomma, una conversione “all´italiana”.