Power One Italia allarga la produzione ai sistemi di accumulo di energia per il residenziale e spinge sugli apparati di illuminazione pubblica intelligente, diversificando così dal core business che resta saldamente quello degli inverter per il fotovoltaico: 250.000 pezzi all’anno, gamma in completamento su tutti i segmenti dal residenziale ai grandi impianti, per una potenza annuale di circa 3,5 Mw e quote rilevanti dei mercati nazionale e mondiale. Sono queste le linee evolutive della produzione nella Silicon Valdarno ad un anno dalla cessione della “fabbrica degli inverter” dalla multinazionale texana controllata da un fondo d’investimento americano al colosso svizzero Abb, stella di prima grandezza nelle tecnologie per l’energia e l’automazione con 41.848 milioni di dollari di ricavi nel 2013 (2.107 milioni di euro Abb Italia) e 150.000 dipendenti sparsi nel mondo (5.857 nella penisola). In questo contesto si integra adesso il polo produttivo toscano, che affronta le difficoltà del settore rinnovabili consolidando il presidio ma ridimensionando le esplosive aspirazioni di crescita di due anni fa: il fatturato balzato dai 148 milioni del 2009 a 556 del 2012, ha subito un sensibile ridimensionamento a 393 milioni l’anno scorso. «Per volume d’affari ricavato dagli inverter — spiega il direttore dello stabilimento toscano di Abb Giuseppe Ricci — restiamo i secondi al mondo e riduciamo il gap rispetto a Sma, ma alle nostre spalle crescono i produttori giapponesi e cinesi».
Il passaggio di mano della proprietà — che è in fase di completamento operativo in queste settimane (dal primo maggio la produzione toscana è commercializzata a marchio Abb) — apre per il polo di Terranuova interessanti prospettive commerciali di espansione all’estero dove Power One Italia ricava già il 75% del proprio fatturato. «Prima realizzavamo il 90% delle nostre esportazioni in 16-17 Paesi esteri, soprattutto europei — spiega Ricci — Adesso la rete commerciale di Abb ci consente di essere presenti in modo capillare in 100 Paesi del mondo e di seguire i flussi del business, la cui crescita si sta spostando in nuovi mercati. Aumentiamo le vendite negli Usa e puntiamo con più decisione all’interessante mercato cinese ». Ma l’acquisizione di Power One Italia da parte di Abb ha, secondo Ricci, anche altre ricadute positive per l’azienda toscana, che si estende su una superficie di 20.000 metri quadrati e possiede 10 linee produttive, nel 2013 registra ordini per 398 milioni, occupa 628 persone, tra cui 194 ingegneri e 280 operai, e dà lavoro ad una vasto indotto (circa 200 persone nel solo Consorzio Terra Nuova). «Dell’ingresso in Abb beneficiano ricerca e sviluppo, oltre agli acquisti di materia prima in termini di prezzi che riusciamo a spuntare — spiega il direttore — Ma soprattutto, il fatto che Abb abbia una vasta gamma di prodotti nell’impiantistica fotovoltaica, ci permette di essere presenti nei mercati con offerte complete e competitive». Il lancio del nuovo trifase Pro 33.0 Tl Outd — che riduce i costi di cablaggio — completa la serie degli inverter solari prodotti dallo stabilimento di Terranuova Bracciolini, che spaziano da quelli per uso residenziale e commerciale fino a soluzioni chiavi in mano con capacità fino a 3.1 Mw progettate per grandi impianti a terra. Sebbene gli inverter continuino a garantire il 90% del business aziendale, la nuova frontiera sono i sistemi di accumulo. Nella seconda metà di quest’anno è prevista la prima commercializzazione di React (Renewable Energy Accumulator Technology), progettato per l’uso domestico e le piccole realtà commerciali, che permette di accumulare qualsiasi eccesso di energia prodotta durante i periodi di picco per destinarlo ai momenti di maggiore necessità energetica. Si espande, inoltre, la commercializzazione del sistema “Punto-Punto” di i-Illumination, dedicato al settore della pubblica illuminazione già presente in Italia con 20.000 punti luce in 420 Comuni italiani, tra cui Imola, Jesolo, Loreto e San Donato Milanese, e all’estero con 350.000 punti come quelli della rete di Copenaghen. Spiega Ricci: «Il controllo, anche in remoto, della potenza luminosa pubblica, permette la regolazione automatica della graduale accensione di ogni singolo lampione in base alla progressione del buio, e arriva a garantire tagli dei consumi fino al 40%».