Lo ha deciso la Giunta regionale dopo
il nulla osta ricevuto dal settore regionale che si occupa di
valutazione di impatto ambientale. Il procedimento è stato avviato
nel maggio del 2007, non ha ricevuto osservazioni da parte del
pubblico, e prevede sia la perforazione di 9 pozzi (tutti da
postazioni esistenti), che la demolizione e la ricostruzione di un
tratto di circa 700 metri di linee di trasporto dei fluidi
geotermici. Il progetto comporta l’installazione di un secondo gruppo
da 20 megawatt all’interno del fabbricato macchine, dove già si
trova il primo gruppo, e la realizzazione della relativa linea
impiantistica, compresa una torre di refrigerazione dotata di tre
celle a tiraggio indotto. Sia il nuovo gruppo che quello già in
funzione saranno dotati di filtro Amis, capace di abbattere dalle
emissioni sia il mercurio che l’idrogeno solforato. I nuovi pozzi
dovranno essere profondi al massimo 3.500-4.000 metri. La
perforazione di tre di questi (Radicondoli 17b, Radicondoli 17c e
Radicondoli 6a) è prevista prima dell’entrata in esercizio della
centrale, mentre quella degli altri sei potrà avvenire in un arco di
15 anni, nel caso in cui quelli esistenti si esaurissero. Tutti gli
interventi ricadono nel territorio del Comune di Radicondoli, che
sarà anche il soggetto che eserciterà la vigilanza e il controllo
sulla realizzazione del progetto e sull’osservanza delle
prescrizioni che Enel ha ricevuto. Il progetto ha ottenuto tra i
pareri e i contributi tecnici quello dei Comuni di Radicondoli e di
Montieri, della Provincia di Siena, della Comunità Montana della Val
di Merse, della Soprintendenza Archeologica della Toscana, del Bacino
Regionale Ombrone, del Bacino Toscana Costa, dei settori regionali
rifiuti e bonifiche, tutela delle acque interne e del mare servizi
idrici