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Energia. Ge-Alstom, la paura fa 2 mila

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Tanti sono i dipendenti in Italia dei due gruppi che potrebbero essere coinvolti nel riassetto Lavorano sulle turbine e sul segnalamento ferroviario. Ma a Genova si confida nei cinesi

Fonte: Corriere della Sera/Corriere Economia

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Le turbine a gas, che servono anche per produrre la luce delle lampadine; e i segnalatori ferroviari, che garantiscono la sicurezza dei treni — soprattutto ora, con l’Alta velocità — perché gestiscono il traffico delle stazioni. Sarà su questi due settori, in Italia, il possibile impatto del matrimonio fra l’americana General Electric e la francese Alstom. La prima è il colosso Ge che ha concentrato a Firenze tutto l’Oil&Gas europeo nella profittevole controllata Nuovo Pignone, azienda che impiega 5.300 persone (+5% dal 2011) e qui fabbrica soprattutto le turbine per spingere i gas negli oleodotti. Conta in tutto circa 7 mila occupati in Italia (4.780 in Toscana) e, di questi, 200 nel segnalamento ferroviario, a Firenze (Ge Transportation).
La seconda è quell’Alstom che ha costruito il treno Italo e i Frecciargento, ha vinto in dicembre la gara per il potenziamento tecnologico del nodo ferroviario di Roma e annunciò 500 assunzioni nel Paese nel 2012. Ha in Italia 3.500 addetti, dei quali 540 nella generazione d’energia (Alstom Power) a Sesto San Giovanni e 650 nel segnalamento fra Bologna (600) e Bari (50). Si parla di 10.500 dipendenti in Italia, quindi, fra Ge e Alstom. Perlopiù in Toscana. Circa 2 mila sarebbero, in particolare, coinvolti dal riassetto post-fusione: quelli che lavorano su turbine a gas e segnalamento. L’accordo, siglato il 21 giugno, prevede infatti non soltanto che Ge acquisisca tutte le attività Power & Grid (la produzione e trasmissione di energia) di Alstom, ma anche che Ge venda ad Alstom tutta la sua attività di segnalamento treni. Rafforzando così i francesi nel settore.
La lettera a Renzi
«Temiamo sovrapposizioni nell’occupazione — dice Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil e coordinatore nazionale per il Nuovo Pignone (in silenzio stampa la scorsa settimana, ndr. ) —. Fra Ge e Alstom ci sono 800 persone nel segnalamento in Italia, vedremo quante ne restano. Quanto all’impatto sul Nuovo Pignone, è da capire, perché sulle turbine a gas Alstom è un concorrente di Ge. Stimiamo siano 1.100 i dipendenti dei due gruppi su questo prodotto».
Giovedì scorso i sindacati uniti (Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uilm) hanno chiesto di vedere con urgenza il premier Matteo Renzi (fiorentino) e per questa settimana hanno in programma un’iniziativa a Firenze. «In considerazione dell’avvenuto incontro fra Renzi e Jeffrey Immelt, amministratore delegato di Ge — è scritto nel documento —, è opportuno che General Electric illustri le ricadute industriali dell’operazione per il nostro Paese».
L’unione fra Ge e Alstom, con spinta e partecipazione azionaria (20%) del governo di François Holland, sarà chiuso nel 2015, Antitrust permettendo. Ge ha promesso mille assunzioni in Francia, pena la multa di 50 mila euro ogni nuovo dipendente mancato. Ma può essere che, avendo le mani legate in Francia, i tagli all’organico si facciano altrove. E non è il solo problema. Oltre che sull’occupazione, la joint venture potrà infatti ridurre la concorrenza di due aziende pubbliche italiane: Ansaldo Sts, segnalamento treni, e Ansaldo Energia, turbine.
In questo quadro, l’accordo firmato il mese scorso dal Fondo strategico italiano con Shanghai Electric per cedere ai cinesi il 40% di Ansaldo Energia (di cui oggi controlla l’84,55%) è visto come provvidenziale per affrontare il nuovo rivale. Quanto all’Ansaldo Sts di Finmeccanica, per ora la Borsa pare premiarla: dal 20 al 26 giugno il titolo è salito del 4,4% a 7,79 euro.
Nel segnalamento, l’unione Ge-Alstom farà nascere il leader del mondo con una quota stimata del 15% (3% Ge più 12% Alstom, vedi grafico). È quasi il doppio dell’8% di Ansaldo Sts. Il mercato vale sugli 11 miliardi (anni 2011-2014) e dovrebbe salire a 13 nel prossimo biennio (stime Alstom su dati Unife).
Il super-leader mondiale
Nelle turbine invece, dove i numeri sono maggiori, i ricavi scendono per il calo dei consumi. Secondo uno studio di Credit Suisse, il mercato «rischia il crollo» e sta calando persino la Cina, che nei primi nove mesi del 2013 è stata il primo Paese per ordini con il 14% dei megawatt (era il 20% l’anno prima; salgono gli Usa). Anche qui, comunque, l’unione fra Ge e Alstom darà il via al super-leader del mondo: orientativamente, nasce un gruppo da 27,4 miliari di ricavi nel settore (vedi grafico, dati 2013: 18,6 miliardi da Ge Energy e 8,8 da Alstom Power). Nella classifica delle turbine, Ansaldo Energia oggi è sesta con 1,1 miliardi, ma unita a Shanghai Electric (4,7) potrà affrontare Ge-Alstom con ricavi complessivi a 5,6 miliardi: un quarto. Commenta Matteo Di Castelnuovo, direttore del Mager, il master Bocconi in Green economy ed Energy: «Per Ansaldo Energia sarà più complicato confrontarsi con un competitor come Ge, che ha turbine di ogni misura, il post vendita, è all’avanguardia sulle energie rinnovabili. Fortunatamente c’è stato l’accordo con i cinesi. Comunque l’acquisizione è complessa e terrà occupati gli americani per parecchio tempo».
Sia chiaro: Ge — che ha tutta la gamma delle turbine, mentre Alstom le piccole, come Ansaldo Energia — in Italia ha sempre investito e nel settore fa piacere che siano loro a intervenire, piuttosto che una Siemens che difficilmente avrebbe potuto mantenere i posti di lavoro (se, per esempio, avesse acquisito Ansaldo Energia). Inoltre la produzione delle grandi turbine a gas per produrre elettricità è stata spostata anni fa da Firenze in Francia. Sul Nuovo Pignone, quindi, l’impatto della joint venture può essere limitato. Su Genova, però, potrebbe esserci un problema se Ge conferisse ad Alstom il business delle piccole turbine: Ansaldo Energia potrebbe perdere quote di mercato. «L’accordo con i cinesi per noi si rivela strategico e tempestivo: ora c’è un futuro — dice Giuseppe Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia —. Stiamo acquisendo i primi due ordini sul mercato cinese, due turbine a gas da 70 megawatt. Serviranno 30 mila persone l’una, in due impianti vicino a Shanghai». L’ingresso operativo dei cinesi in Ansaldo Energia è atteso per novembre. Vogliono diventare i secondi al mondo, dicevano un mese fa.