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Ristrutturazioni, col bonus sorride anche l’erario

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QUELLI AL 50% E AL 65% VALGONO NEL LORO COMPLESSO IL 2% DEL PIL, CIOÈ DI TUTTA LA RICCHEZZA PRODOTTA OGNI ANNO IN ITALIA. NEL 2013 LA SPESA DELLE FAMIGLIE È STATA DI 28 MILIARDI, DI CUI 4,8 MILIARDI DI IVA PAGATI ALLO STATO, CON UN BALZO DEL 45% RISPETTO AL 2012

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: Luigi Dell’Olio

Milano Dove reperire risorse a fronte dell’urgenza di contenere la spesa pubblica? E’ la domanda intorno alla quale si arrovella il Governo di volta in volta in carica tutte le volte che un settore economico richiede interventi di defiscalizzazione per evitare chiusure di aziende e nuova disoccupazione. L’esempio che arriva dalle ristrutturazioni edilizie può aiutare a evitare una chiusura di principio a queste richieste. Le agevolazioni consistono in detrazioni fiscali riconosciute a coloro che effettuano lavori di ristrutturazione di un immobile seguendo i dettami della normativa. Le spese agevolabili sono quelle relative a casi di ristrutturazione straordinaria, opere di restauro o interventi di ripristino, realizzati su singole unità immobiliari residenziali o su parti comuni degli edifici residenziali. Quindi possono essere agevolati non solo il classico rifacimento della facciata del palazzo, ma anche la realizzazione di posti auto pertinenziali, i lavori per eliminare le barriere architettoniche (ad esempio con la costruzione di ascensori o di uno scivolo accanto alle scale d’ingresso), quelli per rimuovere l’amianto e gli interventi per rispondere alle sollecitazioni normative (è il caso di richieste delle autorità in seguito a controlli della Asl o dei vigili del fuoco). Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini della detrazione è possibile considerare anche quelle per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse, il costo per l’acquisto dei materiali, l’Iva, l’imposta di bollo e i diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni e gli oneri di urbanizzazione. Mentre gli interventi di manutenzione ordinaria sono ammessi all’agevolazione solo quando riguardano le parti comuni. La detrazione spetta a ciascun condomino in base alla quota millesimale. L’agevolazione fiscale riguarda tutti i proprietari di immobili assoggettati a Irpef, a prescindere dal fatto che siano residenti o meno in Italia, nonché i soggetti che vantano diritti reali sull’immobile: è il caso dei nudi proprietari, così come dei locatari e dei comodatari, nonché dei soci di cooperative divise o indivise. Lo sconto sulle imposte da pagare allo Stato ammonta al 36% delle spese sostenute, fino a un massimo di 48mila euro. Fino al 31 dicembre prossimo (quindi il discorso vale anche per chi si prepara a pagare l’Irpef relativa ai redditi percepiti nel 2013 attraverso la compilazione del modello 730/2014), la detrazione arriva fino al 50%, con un tetto massimo di 96mila euro. Mentre, relativamente agli interventi di riqualificazione energetica di edifici già esistenti, in merito alle spese sostenute tra il 6 giugno 2013 e fino al 31 dicembre 2014, spetta invece una detrazione del 65%, con massimali che variano in base alla tipologia di intervento. La quota passerà al 50% all’inizio del prossimo anno, per poi scendere al 36% dal 2016, mentre le spese sostenute prima del 6 giugno scorso fruivano della detrazione del 55%. Sia nel caso del bonus al 50%, sia di quello al 65%, l’agevolazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo. Le detrazioni comportano – almeno in linea di principio – minori incassi per lo Stato. La precisazione è doverosa, in quanto nella realtà le cose vanno spesso n maniera diversa. Innanzitutto non è detto che, anche senza beneficio fiscale, si decida di mettere in conto l’investimento richiesto per i lavori. Uno stimolo che in questi anni di crisi per il comparto immobiliare ha consentito di limitare i danni, con tutto quanto ne deriva in termini di occupazione (e di mancata spesa pubblica a sostegno dei disoccupati) e capacità contributiva dei lavoratori e delle imprese. In secondo luogo, la possibilità di accedere al beneficio fiscale crea un conflitto d’interessi tra il contribuente e l’imprenditore incaricato di effettuare i lavori in merito alla convenienza o meno di fatturare la prestazione. Quindi una misura simile fa emergere il nero, che tradizionalmente è molto diffuso nel settore delle costruzioni, consentendo di recuperare nuove risorse a beneficio del Fisco. Uno studio realizzato dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) e dal Servizio studi della Camera rivela che il bonus al 50% e quello al 65% valgono nel loro complesso il 2% del Pil, cioè di tutta la ricchezza prodotta ogni anno in Italia. Nel 2013 la spesa delle famiglie è stata di 28 miliardi, di cui 4,8 miliardi di Iva pagati allo Stato, con un balzo del 45% rispetto al dato del 2012. E nei primi due mesi del 2014 il boom è proseguito con 5,7 miliardi al netto dell’ Iva, con una crescita del 54% rispetto al primo bimestre 2013. Grazie alle detrazioni, inoltre, si sono avuti benefici sull’occupazione per 226mila unità lo scorso anno contro i 157.949 del 2012.